Create le prime sinapsi artificiali per computer che replicano quelle del cervello umano

Scienze
University of Utrecht

Al centro del dispositivo c’è un cosiddetto memristore, ossia un componente elettronico dotato di memoria. Ha una forma conica, le dimensioni di 150 per 200 micrometri e quando viene attivato rilascia una soluzione di acqua e sale trasferendo un segnale elettrico al neurone artificiale vicino

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Saranno in grado di replicare quelle del cervello umano. Si tratta delle prime sinapsi artificiali realizzate dal gruppo di ricerca guidato da Tim Kamsma, dell'Università olandese di Utrecht, in collaborazione con l'Università di Sogang in Corea del Sud. Funzionano utilizzando acqua e sale e potrebbero aiutare a costruire futuri computer molto più simili al nostro cervello. Sono state descritte sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pna.

La ricerca

Finora le sinapsi artificiali erano costituite di materiali conduttivi “standard”, ma questa nuova soluzione permette di inviare segnali elettrici in forma analogica e quindi in modo molto più simile a quanto avviene in natura. Al centro del dispositivo c’è un cosiddetto memristore, ossia un componente elettronico dotato di memoria. Ha una forma conica, le dimensioni di 150 per 200 micrometri e quando viene attivato rilascia una soluzione di acqua e sale trasferendo un segnale elettrico al neurone artificiale vicino.

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Le sinapsi cruciali per reti neuronali

Uno dei grandi sogni di molti ricercatori sin dalla nascita dei computer è quello di replicare i meccanismi e le strutture del cervello umano, in particolare i neuroni e le sinapsi, ovvero i siti di contatto che connettono due neuroni. Nonostante le grandi prestazioni, infatti, i computer sono ancora molto lontani dalle incredibili capacità del cervello umano, soprattutto in termini di flessibilità e di consumi di energia. Queste nuove ricerche potrebbero però cambiare le cose. Le sinapsi sono infatti cruciali per la ricerca sulle reti neuronali, un settore che è cresciuto in questi ultimi anni e che punta a realizzare i cosiddetti computer neuromorfici, che imitano da vicino il funzionamento dei neuroni e le loro connessioni. 

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Il settore neuromorfico

Come sottolineato dagli stessi ricercatori, si tratta di un lavoro di ricerca base ancora molto lontano da applicazioni concrete, ma apre le porte a importanti innovazioni nel settore neuromorfico. Negli ultimi anni, anche se solo in aspetti molto limitati, abbiamo assistito a un grande sviluppo che hanno portato a nuove tipologie di chip con consumi molto ridotti e che stanno trovando applicazione anche nell’elettronica di consumo, tra cui nei più avanzati smartphone in commercio.

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