Telescopio Webb conferma tasso espansione cosmo. Ma restano dubbi su radiazione Big Bang

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Gli studi del team di Adam Riess hanno dimostrato che il telescopio Hubble non si sbagliava e che la velocità con cui si espande l'Universo è pari a 73 chilometri al secondo per megaparsec. I risultati ottenuti, però, divergono da quelli delle misurazioni effettuate prima del lancio di Hubble basate sulla radiazione fossile del Big Bang

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Il tasso di espansione dell’Universo misurato negli ultimi trentaquattro anni dal telescopio della NASA Hubble è corretto. Lo conferma il team guidato dal fisico Adam Riess della Johns Hopkins University, basandosi sui risultati ottenuti grazie a James Webb, un altro telescopio realizzato con il fine di verificare le osservazioni astronomiche precedenti. Eppure, restano ancora molti dubbi sul perché le misurazioni eseguite prima del 1990, anno del lancio di Hubble, siano giunte ad esiti differenti.

La crisi delle teorie astronomiche

La metodologia utilizzata da Hubble prende il nome di “scala delle distanze cosmiche” e consiste nella calibrazione della luminosità delle Cefeidi, stelle la cui luminosità varia regolarmente nel tempo, e delle supernove.

La Costante di Hubble, cioè la velocità di espansione del cosmo, secondo gli ultimi studi sarebbe pari a 73 chilometri al secondo per megaparsec (unità di misura per le distanze celesti). Questa grandezza è utile per conoscere dimensioni ed età dell’Universo: per Hubble, ad esempio, lo spazio sarebbe vecchio quasi 14 miliardi di anni. Un valore che diverge da quello ottenuto dalle analisi effettuate dal satellite europeo Planck prima del suo lancio, attraverso la mappatura della radiazione fossile del Big Bang. Questa differenza si chiama “tensione di Hubble” e, nonostante gli studi portati avanti con il telescopio Webb, per gli astronomi è un mistero che resta irrisolto. 

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