Donne nella scienza, Virginia Benzi: "Sui social avvicino le ragazze alle materie STEM"

Scienze
Silvia Donnini

Silvia Donnini

L'11 febbraio si celebra la Giornata internazionale delle donne nella scienza, nata per combattere il divario di genere nell'ambito delle discipline scientifico-tecnologiche. Virginia Benzi, 27 anni, è laureata in Fisica delle interazioni fondamentali e fa divulgazione. Attraverso i suoi video si rivolge alle nuove generazioni e in particolare alle ragazze. "Sui social racconto la scienza in modo semplice e cerco di normalizzare il fallimento", afferma

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“Dobbiamo rompere l’idea stereotipata dello scienziato-uomo con la barba e gli occhiali da vista, e combattere il retaggio culturale che vede la donna ‘meno portata’ per le materie scientifiche”. Virginia Benzi ha 27 anni ed è laureata in Fisica delle interazioni fondamentali all’Università di Genova. Sui social è attiva ogni giorno con l’obiettivo di fare divulgazione e avvicinare le nuove generazioni – in particolare le ragazze - alle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Attraverso i suoi video Benzi spiega la matematica, la meccanica quantistica, i fenomeni della fisica, l’universo e i suoi pianeti. E parla direttamente ai giovani. “Oggi vige ancora lo stereotipo del ‘nerd’, accompagnato dall’idea sbagliata secondo cui lavorare in ambito scientifico porti a isolarsi in un ufficio e a non avere contatti umani: questo può intimorire”, afferma Benzi che, oltre a fare divulgazione sui suoi canali social (@quantum_girl_vivi), è ambassador di Generazione Stem, una community dedicata all’empowerment femminile nelle discipline scientifico-tecnologiche. "Sui social cerco di raccontare il mondo della scienza in modo semplice, e anche di normalizzare il fallimento", afferma.

Virginia Benzi
Virginia Benzi

I dati

Il mondo della scienza è monopolizzato dagli uomini. I dati del “Rapporto Anvur 2023 – Analisi di genere” parlano chiaro: le donne iscritte ai corsi di laurea STEM sono una minoranza e rappresentano solo il 39%, numero che – tra l’altro – non è mai cresciuto negli ultimi dieci anni (dal 2012 al 2022). Secondo lo studio, il percorso accademico delle giovani studentesse è orientato soprattutto su facoltà umanistiche, mentre le discipline scientifico-tecnologiche restano ancora appannaggio dei ragazzi. Una minore presenza delle donne nelle materie STEM si traduce anche in una disparità di genere dal punto di vista lavorativo. Stando ai dati di Anvur, nel 2022 su quattro ingegneri assunti nelle aziende italiane, solo una era donna.

A tutto questo, poi, si aggiunge il gender pay gap, per cui le scienziate non godono di una parità salariale. Il Rapporto OCSE sottolinea che le laureate italiane tra i 25 e i 64 anni che lavorano full time guadagnano, in un anno, il 70% dei colleghi uomini.

Come sottolinea Generazione Stem, il 54% delle ragazze che amano la scienza pensa che non sia un ambito adatto per una donna. “Abbiamo analizzato i dati di iscrizione nelle università italiane - spiega Virginia Benzi - Ciò che è emerso è che, una volta concluso il dottorato, la presenza femminile nei luoghi di lavoro decresce esponenzialmente”. 

Il divario di genere nelle discipline STEM

Secondo la scienziata, il problema alla base è il retaggio culturale. “Le ragazze non sono incentivate a intraprendere il percorso scientifico, e lo vediamo fin da piccole attraverso i giocattoli, per esempio. I giochi cosiddetti ‘da maschio’ sono sempre finalizzati allo sviluppo della logica e delle costruzioni, come i Lego, mentre quelli definiti ‘da bambina’ no”. Anche sulla sfera professionale e lavorativa le scienziate incappano in non poche complicazioni. “Il mondo del lavoro non va incontro alle necessità delle donne, che sono sempre poste di fronte al bivio ‘famiglia o professione?’ – dice Benzi - Le aziende talvolta rifiutano di assumere ragazze prediligendo uomini che di fatto non possono mai andare in maternità. Il punto è che mancano politiche aziendali in grado di aiutarci”.

Virginia Benzi e "Generazione Stem"

Il percorso di Virginia Benzi parte, inaspettatamente, dall’arte. Dopo aver frequentato il liceo artistico, decide di cambiare rotta e di intraprendere una strada del tutto nuova. “Mi incuriosiva l’idea di conoscere la fisica e così ho detto ‘lanciamoci’”, ha raccontato la scienziata. “Il primo anno di università è stato molto complicato, ero un po’ spaesata, ma alla fine sono riuscita a laurearmi in tempo. Oggi sui social cerco di avvicinare le ragazze, e in generale le nuove generazioni, al mondo della scienza, cercando di fornire loro tutte le informazioni di cui io, all’inizio, non ero a conoscenza”. Generazione Stem nasce infatti con l’idea di raccontare la scienza in modo più inclusivo e trasparente. “Uno dei pilastri fondamentali di questo progetto – spiega la fisica - è quello di offrire ai giovani tutte le delucidazioni di cui hanno bisogno, rendendoli consapevoli anche delle opportunità lavorative che si possono aprire scegliendo un determinato percorso STEM”. Non solo. La community di Virginia Benzi punta anche ad abbattere la barriera del pregiudizio secondo cui le ragazze non sono "adatte" al mondo scientifico. "Noi vogliamo che le donne si sentano sicure di sé e delle proprie capacità, per questo proponiamo una narrazione della scienza che è meno intimidatoria o ansiogena”. Per abbracciare un pubblico sempre più vasto, Generazione Stem organizza numerosi “mentoring circles”. Si tratta di “incontri tra gruppi di ragazze o ragazzi che vorrebbero iscriversi alle facoltà STEM e i mentor, cioè coloro che hanno già completato il percorso scientifico e che possono fornire ai più giovani tutti i dettagli sulle materie e sugli esami”.

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