Missione Axiom 3, Villadei verso lo Spazio. Cronaca da Cape Canaveral

Scienze
Marta Meli

Marta Meli

A circa un’ora da Orlando le strade hanno nomi presi in prestito da un vocabolario spaziale e le architetture rimandano ai razzi che svettano al Kennedy Space Center. Ma nelle insegne luminose che ricordano ai turisti dei lanci che si avventurano fin qui assieme alle comitive delle navi da crociera (altra attrazione del posto) il prossimo appuntamento, al posto della Nasa c’è scritto Axiom Space e SpaceX

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Per raccontare la storia di un lancio spaziale da Cape Canaveral, in Florida, bisogna partire dagli alberghi. Ognuno con il suo astronauta a grandezza naturale nella hall, ognuno con i nomi delle missioni appese ai muri come tanti trofei, in questo caso sopra il banco della colazione. In questa lingua di terra a circa un’ora da Orlando le strade hanno nomi presi in prestito da un vocabolario spaziale (il nostro indirizzo è in Astronaut Boulevard) e le architetture rimandano ai razzi che svettano al Kennedy Space Center. Ma nelle insegne luminose che ricordano ai turisti dei lanci che si avventurano fin qui assieme alle comitive delle navi da crociera (altra attrazione del posto) il prossimo appuntamento, al posto della Nasa c’è scritto Axiom Space e SpaceX.

Axiom 3

Axiom Space e SpaceX

La prima è l’azienda texana che gestisce la missione Axi-3, terzo viaggio commerciale verso la stazione spaziale internazionale della compagnia, con a bordo 4 astronauti europei, tra cui l’italiano Walter Villadei. Che lo spazio lo sogna da tanti anni, prima studiando da cosmonauta a Star City e poi diventando anche astronauta a Houston. E adesso salendo da pilota a bordo di una navetta Crew Dragon targata SpaceX, compagnia di Elon Musk che garantisce alla Nasa il trasporto degli equipaggi da e per la Stazione, oltre che l’accesso autonomo allo spazio grazie al suo rivoluzionario lanciatore, dotato di un primo stadio che pochi minuti dopo lancio si stacca e rientra sulla Terra per essere riutilizzato. Quello del Falcon 9 pronto a partire dalla storica rampa 39A è al suo quinto lancio, ci dice l’Aeronautica Militare, sottolineando il ruolo da collante svolto in questa missione per il sistema Paese, con Istituzioni e aziende private che hanno fatto squadra per portare in orbita tutta una serie di esperimenti. Il futuro allora passa da qua, da una commistione tra pubblico e privato, da questi nuovi attori che si affacciano all’avventura spaziale (girando in macchina all’interno del Kennedy Space Center siamo costretti a una deviazione per lavori in corso davanti all’hangar di Blue Origin, altro protagonista di questa rivoluzione).

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Quattro astronauti professionisti

E passa dai sogni e dalle speranze di quattro astronauti professionisti diventati una squadra in pochi mesi. Oltre a Walter Villadei e al comandante della missione Michael Lopez-Alegria, ex astronauta Nasa ora in Axiom con 5 missioni in orbita al suo attivo, un tipo tosto che nell’ultima conferenza stampa dalla quarantena ha detto che non si è ancora stancato dello spazio e finché continueranno a chiamarlo lui alzerà sempre la mano, a partire per la Stazione spaziale sono anche i due specialisti di missione Marcus Wandt e Alper Gezeravci. Il primo è un astronauta di riserva della nuova classe del 2022, che grazie all’impegno del suo Paes, la Svezia, andrà nello spazio prima dei suoi 5 colleghi di carriera, che si diplomeranno solo in aprile. Il secondo è il primo astronauta turco a volare in orbita, uno che vuole dimostrare a tutti i bambini del suo Paese che si può guardare il cielo in un modo nuovo. Anche Walter Villadei, dalla quarantena, ha mandato un messaggio ai giovani: “Credete nel vostro Paese e non abbiate mai paura dei vostri sogni”.

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