Fusione nucleare in Europa, nuovo record di energia prodotta

Scienze
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Realizzati 59 megajoule in 5 secondi, più del doppio di un precedente test, una potenza di fusione media di circa 11 megawatt . Il risultato testimonia la buona strada intrapresa dall’esperimento europeo di fusione nucleare Jet. Il programma per arrivare al difficile risultato di arrivare alla fusione nucleare e disporre di una quantità di energia potenzialmente illimitata e a basso prezzo

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E' più vicina la fusione nucleare, l'energia pulita del futuro che imita quanto avviene nel cuore delle stelle: il reattore sperimentale europeo Jet (Joint European Torus) ha generato energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt. E' il doppio di quella ottenuta 25 anni fa dalla stessa macchina. Lo rende noto la stessa collaborazione Jet, con l'Istituto tedesco Max Planck per la fisica del plasma. Il risultato è stato ottenuto modificando il reattore per renderlo più simile alle future condizioni di Iter, il reattore sperimentale che dovrà dare la risposta sulla fattibilità della fusione. Il risultato sul record di produzione di energia da reazioni di fusione è "pienamente in linea con le previsioni teoriche e che conferma le motivazioni alla base del progetto Iter per garantire energia sicura, sostenibile e a bassa emissione di CO2". E' quanto sottolineano Cnr, Enea, Eurofusion e Cosorzio Rfx al termine della conferenza stampa stampa che si è tenuta nel Regno Unito, nel sito di Ukaea-J1 Assembly Hall a Culham, in cui sono stati annunciati importanti risultati scientifici ottenuti nell’esperimento europeo a fusione Jet, che ha visto in prima fila anche la ricerca italiana.

Il progetto

Il record e i dati scientifici ottenuti durante questa cruciale campagna sperimentale, sottolineano Cnr, Enea, Eurofusione e Consorzio Rfx, "sono una grande conferma per il successo di Iter, la versione più grande e avanzata di Jet". Iter è un progetto di ricerca sulla fusione in corso di realizzazione a Cadarache, nel sud della Francia, sostenuto da sette partner (Cina, Unione Europea, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti d’America), che mira a dimostrare la fattibilità tecnica e scientifica dell’energia da fusione. "Proprio mentre aumenta a livello globale la richiesta di affrontare efficacemente gli effetti del cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione della produzione di energia, questo successo rappresenta un grande passo avanti sulla strada verso la fusione quale fonte sicura, efficiente e a basso impatto ambientale per combattere la crisi energetica globale" aggiungono Cnr, Enea, Eurofusione e Consorzio Rfx. Cofinanziato dalla Commissione Europea, il consorzio Eurofusion vede la partecipazione di 4.800 tra esperti, studenti e personale in staff da tutta Europa, con una forte presenza di ricercatori italiani.

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