Individuato un “tesoretto” di ben 2 mila geni cruciali per migliorare dimensioni, gusto e consistenza del frutto
Grazie al Dna di questo frutto, la mela non ha più segreti e le coltivazioni potranno essere migliorate sempre di più col passare del tempo. Le più avanzate tecniche di sequenziamento e bioinformatica hanno infatti permesso di mappare i cromosomi del melo domestico e dei suoi due principali antenati selvatici, scoprendo un “tesoretto” di ben 2 mila geni cruciali per migliorare dimensioni, gusto e consistenza del frutto, oltre che produttività e resistenza della pianta. Il risultato di questa indagine è stato pubblicato in uno studio sulla rivista Nature Genetics da un gruppo internazionale coordinato dal Boyce Thompson Institute (Bti) e dal Servizio per la ricerca del Dipartimento per l'agricoltura degli Stati Uniti (Ars-Usda).
Individuare e lavorare i geni
Per ricapitolare l'evoluzione del melo avvenuta storicamente lungo la Via della Seta, i ricercatori hanno sequenziato e assemblato il genoma di tre specie: la mela Gala, una delle cultivar più richieste sul mercato, la mela selvatica europea (M. sylvestris) e la mela selvatica asiatica (M. sieversii). Confrontando i tre genomi, i ricercatori hanno scoperto da quale progenitore sono stati ereditati i geni responsabili di molte caratteristiche della mela domestica: hanno così osservato, per esempio, che il gene determinante per la “croccantezza” del frutto si trova vicino al gene che invece lo rende attaccabile dalla muffa. "Ora che sappiamo esattamente dove stanno queste due regioni del genoma - spiega il ricercatore Zhangjun Fei - i selezionatori potranno trovare un modo per mantenere la consistenza del frutto ed eliminare il gene della suscettibilità alla muffa per ottenere cultivar più resistenti".
Due mele al giorno contro il colesterolo
Tra i molti benefici che ha la mela (come la maggior parte dei frutti) i ricercatori dell’Università di Reading hanno scoperto anche la sua azione per contrastare il colesterolo cattivo (Ldl), che stando a allo studio svolto in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adi si abbasserebbe proprio grazie agli effetti benefici dei frutti. Secondo la ricerca erano i polifenoli contenuti nelle mele ad avere un impatto positivo sulla salute dei vasi sanguigni in soggetti che presentavano livelli di colesterolo nel sangue leggermente sopra la media.