L'universo è un po' più giovane di quanto si pensasse

Scienze

Ha 12,6 miliardi di anni, circa un miliardo in meno di quanto la comunità scientifica ritenesse prima dello studio degli scienziati dell’Università dell’Oregon, che hanno prodotto specifici calcoli basandosi sulla distanza di 50 galassie

“La prossima volta che c'è una discussione a proposito dell'età dell'universo, basta dire che ha 12,6 miliardi di anni e che il fisico dell'Università dell'Oregon, Jim Schombert ha individuato l'equazione per sostenerlo”. Comincia così un articolo, pubblicato proprio sul sito dell’ateneo americano, in cui viene data notizia di un lavoro di ricerca che ha stabilito come l'universo sia un po' più giovane del previsto: ha, appunto 12,6 miliardi di anni, circa un miliardo in meno di quanto la comunità scientifica ritenesse fino ad oggi. La nuova stima, dedotta grazie a particolari calcoli basati sul movimento di 50 galassie, arriva da uno studio pubblicato sulla rivista “Astronomical Journal”, il cui risultato è merito di un team di esperti coordinati da James Schombert.

I metodi usati fino ad oggi

Come spiegano gli stessi scienziati, fino ad oggi i metodi usati per calcolare l'età dell'universo si erano basati sulla costante di Hubble, parametro che stima il tasso di espansione dell'universo, oltre che sulle osservazioni dell'eco del Big Bang, in sostanza la radiazione cosmica di fondo. Tuttavia, come ha spiegato proprio Schombert, si tratta di metodiche che hanno portato a conclusioni differenti tra loro. Infatti, le metodologie che prendono spunto dalla costante di Hubble ha valutato un'età dell'universo compresa tra 12 e 14,5 miliardi di anni. Invece, gli specifici calcoli basati sulla radiazione cosmica di fondo, valutata in particolare della sonda Wilkinson Microwave Anisotropy Probe (WMAP), hanno stimato per l’universo un'età pari a 13,77 miliardi di anni.

Una nuova stima

Adesso, grazie al nuovo metodo proposto dai ricercatori americani, è stato possibile arrivare ad una nuova stima, mettendo in relazione la distanza fra le galassie. "Il problema della scala delle distanze, come è noto, è incredibilmente difficile perché le distanze dalle galassie sono enormi e le indicazioni per esse sono deboli e difficili da calibrare", ha spiegato ancora Schombert. Il team di lavoro che ha coordinato, però, è riuscito ad ovviare al problema, misurando in modo accurato le distanze di ben 50 galassie, grazie all’ausilio dei dati forniti dal telescopio spaziale della Nasa, Spitzer. Queste misure sono state prese come riferimento usate come riferimento per misurare poi le distanze di altre 95 galassie. L'universo, ha concluso Schombert, “è governato da una serie di schemi matematici, espressi in equazioni”. Calcoli, dati ed equazioni oggi utili per cercare di calcolare con sempre maggior precisione l'età dell'universo.

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