Il progetto, attualmente in fase di definizione e progettazione, è stato affidato agli architetti del Bjarke Ingels Group, con l’ambizioso obiettivo di riprodurre sulla Terra le condizioni estreme della vita su Marte e le misure che l’uomo dovrà adottare per poterci vivere
A Dubai nascerà Mars Science City, la prima città marziana sulla Terra.
Mentre l'agenzia spaziale degli Emirati Arabi Uniti sta organizzando il lancio della missione “Hope” (Speranza in italiano), che porterà per la prima volta verso il Pianeta Rosso una sonda progettata da un Paese mediorientale, a Dubai un gruppo di architetti è attualmente impegnato in una sfida altrettanto rilevante: progettare un prototipo di una città, che sarà ospitata nel deserto poco fuori dalla capitale degli Emirati Arabi Uniti, per ricreare sulla Terra l'ipotetica condizione di vita su Marte e le misure che l’uomo dovrà adottare per poterci vivere.
Il progetto, attualmente in fase di definizione e progettazione, è stato affidato agli architetti del Bjarke Ingels Group, con l’ambizioso obiettivo di sviluppare le tecnologie necessarie per colonizzare Marte: missione che gli Emirati Arabi Uniti avrebbero intenzione di realizzare entro i prossimi 100 anni.
Come costruire una città marziana
Mars Science City, originariamente destinata a coprire 176.000 metri quadrati di deserto (pari a oltre 30 campi da calcio), come riporta la Cnn, comprenderà probabilmente quattro grandi cupole pressurizzate, ciascuna coperta da una membrana di polietilene trasparente, per mantenere una pressione e una temperatura adatte alla vita umana. Ogni struttura, inoltre, sarà dotata di ossigeno, prodotto applicando elettricità al ghiaccio sotterraneo. Queste sono solo alcune delle strategie pensate dagli architetti per cercare di rendere abitabile l’ambiente inospitale di Marte, caratterizzato da un’atmosfera molto sottile, nessun campo magnetico globale, quindi poca protezione dalle radiazioni solari e con temperature che si aggirano intorno a circa -63 gradi C.
“Penso che la più grande sfida in termini di presenza prolungata su Marte non sia quella ingegneristica, o scientifica, ma senza dubbio quella umana e personale”, ha commentato Jonathan Eastwood, direttore dello Space Lab dell'Imperial College di Londra.
"Dato che su Marte c'è pochissima atmosfera, il trasferimento di calore sarà molto basso, il che significa che l'aria all'interno delle cupole non si raffredderà così velocemente come sulla Terra", ha spiegato alla Cnn Jakob Lange, partner del gruppo Bjarke Ingels. Gli architetti a cui è affidata la costruzione della Mars Science City, intendono riscaldare e alimentare la città utilizzando l'energia solare. Stando alle previsioni degli esperti, la sottile atmosfera del Pianeta Rosso “potrebbe effettivamente aiutare le cupole a mantenere la loro temperatura”.