Tre lampi radio da record catturati dal Sardinia Radio Telescope

Scienze

Il gruppo di lavoro guidato da Maura Pilia dell’Inaf di Cagliari è stato il solo a intercettare i tre lampi radio veloci, un fenomeno cosmico piuttosto misterioso. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista "The Astrophysical Journal" 

I lampi radio veloci sono fenomeni cosmici piuttosto misteriosi di cui non si conosce con esattezza l’origine. Di fatto, si tratta di onde radio di pochi millisecondi provenienti da altre galassie. Un team quasi interamente italiano, coordinato da Maura Pilia dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Cagliari, ha pubblicato lunedì 22 giugno sulla rivista The Astrophysical Journal i risultati di uno studio da record sull’osservazione di una serie ravvicinata di tre lampi radio veloci con una frequenza di 327 megahertz, la più bassa mai registrata. È stato possibile proprio grazie alla loro regolarità e all’efficienza del Sardinia Radio Telescope di San Basilio, vicino Cagliari, uno dei più performanti al mondo.

Un record tutto italiano

Marta Burgay dell'Inaf di Cagliari - tra le autrici dello studio – assicura che "il Sardinia Radio Telescope è stato il solo a intercettare i tre lampi radio". "Il segnale è partito circa 450 milioni di anni fa da una galassia nella costellazione di Cassiopea", spiega Martina Pilia, che ha guidato il gruppo. "Lo scorso febbraio – prosegue - non appena è stato certificato il ritmo di ripetitività della sorgente, in una settimana abbiamo puntato molti telescopi, sia da Terra che dallo spazio". Oltre al radiotelescopio sardo, sono stati utilizzati altri otto strumenti. Telescopi Inaf come la Croce del Nord a Medicina (Bologna), il Telescopio Nazionale Galileo alle Canarie e il telescopio di Asiago, insieme a quelli spaziali XMM-Newton e Integral dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), Nicer della Nasa e all'italiano Agile.

Cosa sono i lampo radio veloci

In inglese “fast radio burst” (Frb), i lampi radio veloci sono fenomeni celesti nuovi – ne sono stati scoperti 122 in sette anni di osservazione – ed enigmatici. Sono brevissimi flash che, in quanto radio, restano invisibili all’occhio umano perché viaggiano su frequenze inferiori a quelle ottiche e non hanno, d’altra parte, corrispondenza in quelle superiori, come i raggi X o Gamma. Tante le ipotesi formulate sulla loro origine, dalle civiltà aliene a sorgenti astrofisiche estreme, come le stelle di neutroni, ciò che resta di stelle esplose. Si tratta di oggetti cosmici così densi che un cucchiaino della loro materia sulla Terra peserebbe un miliardo di tonnellate, quasi quanto 170 milioni di elefanti.

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