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Il coronavirus azzera i rumori, la “voce” della Terra è più nitida

Scienze

La drastica riduzione di sollecitazioni provenienti dalle attività umane, ha consentito ai sismometri di percepire in maniera nitida i segnali che arrivano dalle profondità del nostro pianeta 

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Le misure di lockdown in vigore in molti Paesi europei per il contenimento legato all'emergenza coronavirus hanno già fatto emergere un aspetto positivo: quello di favorire l’abbassamento dei valori di inquinamento. Lo avevano mostrato le immagini del satellite Sentinel-5P, del programma Copernicus, gestito dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Ora, dai sismometri dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) arriva un’altra notizia curiosa: il coronavirus ha azzerato anche i rumori delle città, rendendo più chiara la “voce” della Terra.

La riduzione delle attività umane

La drastica riduzione delle sollecitazioni relative alle attività umane, tra cui il traffico cittadino e il lavoro dei macchinari industriali che causano anche movimenti della crosta terrestre, ha infatti consentito di percepire in maniera nitida i segnali che arrivano dalle profondità della Terra. Almeno questo è quello che hanno indicato i dati dei sismometri dell’Ingv in Italia e quelli provenienti da altre stazioni sismiche nel mondo. Tutti questi rumori, infatti, generano solitamente piccole vibrazioni, producendo un rumore di fondo che condiziona i dati e riduce la capacità di individuare i segnali dei microterremoti che si verificano alla stessa frequenza. E se, come ha detto all'Ansa il sismologo Alessandro Amato dell'Ingv "nei dati di alcuni sismometri guardiamo i segnali di questi rumori tra prima del blocco, dovuto alle misure per contrastare il coronavirus, e dopo, si vede una diminuzione in molte zone, vicino a città e strade".

Il rumore antropico

La riduzione degli spostamenti, si legge proprio sul sito dell’Ingv, è proprio un altro motivo che ha avuto un impatto anche sul livello di rumore ambientale prodotto dall’uomo e registrato dagli strumenti che comunemente si utilizzano in sismologia. “Si tratta del cosiddetto rumore antropico, visibile chiaramente in tutte le stazioni sismiche sufficientemente vicine a città, paesi o infrastrutture come ferrovie e strade”, scrivono gli esperti. Per chiarire questo aspetto, i sismologi dicono che il rumore di fondo che vedono i sismometri continuamente, è generato da due sorgenti principali: una naturale, legata ad esempio ai rumori del vento e delle onde del mare e non naturale, dovuta alle attività umane.

Le rilevazioni italiane

Nel nostro Paese, la variazione del livello del rumore ambientale in seguito ai decreti legati all'emergenza Covid 19 è stata registrata dagli esperti della sezione Ingv di Milano, diretta da Lucia Luzi, grazie all’utilizzo di due stazioni della rete sismica nazionale, posizionati a Orzinuovi, in provincia di Brescia e a Piacenza. In seguito al decreto dell'8 marzo, ma in special modo dopo quello firmato in data 22 di questo mese, in media, il rumore ambientale registrato dalle stazioni di giorno è diminuito in maniera drastica. Il dato più eclatante, però, è stato quello legato alla diminuzione del livello del rumore nelle ore notturne, spiegato anche della chiusura di numerose tipologie di locali pubblici come bar, ristoranti, cinema e teatri.

Lo studio dei microterremoti

Questa situazione potrebbe proseguire nel tempo soprattutto se la fase di lockdown continuerà, dicono gli esperti. Così facendo le stazioni sismiche potranno percepire meglio anche i piccoli terremoti, perché capteranno segnali puliti: questo, però, dice ancora Amato, “a patto che si abbiano almeno uno o due mesi di dati e tecniche particolari per individuarli”. Lo studio dei microterremoti, conclude "potrebbe aiutarci a conoscere meglio la struttura della Terra e a individuare eventuali piccole faglie".