Fanno parte della compagnia OneWeb, che conta entra il 2021 di portare il numero totale della propria flotta a 648. L’obiettivo è quello di migliorare la connessione anche nelle zone oggi più inaccessibili del globo
“Missione compiuta!”: così OneWeb, azienda che sta lavorando per costruire un’importante rete di comunicazione globale al mondo nello spazio, per offrire servizi internet ad alta velocità che siano in grado di far connettere tutti e ovunque, ha confermato anche su Twitter il successo del lancio di 34 satelliti per l’internet globale.
Oltre 600 satelliti nel 2021
Il lancio è avvenuto a bordo di un razzo Soyuz dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan e si tratta del terzo evento simile che ha visto protagonista la compagnia, che porta con questi nuovi satelliti a 74 il numero complessivo della propria flotta in orbita. Nei piani dell’azienda, il numero dei satelliti della costellazione dovrebbe arrivare a quota 300 entro il 2020 e ad un totale di 648 nel 2021.
Internet ad alta velocità
Con il positivo lancio di questi ulteriori 34 satelliti, l’obiettivo di OneWeb si rafforza. L’idea è quella di riuscire a fornire l’accesso a internet ad alta velocità in tutto il globo, anche in quelle aree rurali e nelle zone più difficili da raggiungere con la connessione via cavo che oggi risentono della mancanza di queste tecnologie. E il piano globale va sempre più completandosi: i satelliti di OneWeb, infatti, si vanno ad aggiungere ai 240 della costellazione Starlink che sono stati sin qui lanciati da SpaceX.
L’inquinamento luminoso
Tutti questi satelliti, però, potrebbero comportare un problema, quello del “traffico” nell’orbita terrestre bassa, al di sotto di 2.000 chilometri. Uno scenario che ha già messo in guardia astrofili e astronomi, tra cui quelli dell’Unione Astrofili Italiani che ha lanciato all’inizio del 2020 il programma “SatMonitor” per il monitoraggio dell’impatto sulle osservazioni astronomiche dei satelliti per l’internet globale. Secondo l’Uai, infatti, questo elevato numero di satelliti, allineandosi in cielo, potrebbe disturbare le osservazioni degli astrofili, andando a contribuire a quello che viene definito come “inquinamento luminoso”. Interferendo inoltre, con il lavoro degli esperti, a causa della loro capacità di riflettere la luce del Sole.