Protagonisti della scoperta un team internazionale di astronomi, guidato da Amaury Triaud dell’università di Birmingham, che si è servito dei telescopi del progetto Speculoos
Una scoperta casuale ma particolarmente interessante perché ha scovato un sistema celeste piuttosto raro. Il merito va ascritto ad un team di astronomi internazionali guidati da Amaury Triaud dell’università di Birmingham, nel Regno Unito, che durante alcune osservazioni effettuate grazie ai telescopi del progetto Speculoos (Search for Planets Eclipsing Ultra-cool Stars) dell’Eso, ha riscontrato una rara eclissi di due nane brune.
Le nane brune
La ricerca degli astronomi inglesi, pubblicata anche sulla rivista scientifica “Nature Astronomy”, riguarda dunque l’identificazione di questo inconsueto fenomeno, di cui sono protagoniste due nane brune, oggetti celesti che gli esperti chiamano anche “stelle fallite”, dal momento che non sono in grado di sostenere la fusione dell’idrogeno in elio, il medesimo processo che alimenta la luce di stelle come il Sole. “Si tratta di un un grande esempio di serendipità scientifica”, ha spiegato Adam Burgasser, della University of California a San Diego e coautore dello studio, facendo ad un termine che indica la fortuna di fare una scoperta per puro caso, o trovare qualcosa mentre se ne sta cercando un’altra. “Durante la ricerca di pianeti abbiamo trovato un sistema binario di nane brune a eclissi, un sistema particolarmente adatto allo studio della fisica fondamentale di questi deboli oggetti celesti”, si legge anche sul sito di Inaf, l’Istituto Nazionale Astrofisica che ha diffuso la notizia. Perché si tratti di un evento raro, lo spiegano sempre gli esperti: “le nane brune devono essere allineate con precisione alla nostra linea di vista, affinché se ne possa osservare la reciproca eclissi. E finora, solo un altro di questi sistemi è stato identificato”.
Gli step della scoperta
A spiegare la particolarità della scoperta ci ha pensato anche Michaël Gillon, uno dei principali esperti del progetto Speculoos. “Nel corso di alcuni test, abbiamo puntato uno dei nostri telescopi verso una nana bruna già nota. Ma improvvisamente la luminosità dell’oggetto si è attenuata per circa 90 minuti, segno che si era appena verificata un’eclissi”, ha raccontato. Quindi è stato subito possibile intuire che probabilmente gli astronomi erano di fronte a due nane brune eclissanti, una di fronte all’altra, “una configurazione che è molto più rara dei sistemi planetari”, hanno spiegato gli esperti. Infine, per confermare la loro ipotesi, gli astronomi si sono serviti anche del Very Large Telescope (Vlt) da 8 metri situato in Cile. “È stato emozionante vedere le linee di assorbimento muoversi avanti e indietro in perfetta sincronicità, il che ci ha permesso di misurare la massa del sistema binario”, hanno raccontato gli astronomi.