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I misteri del leggendario calamaro gigante svelati dal Dna

Scienze

Grazie al lavoro di un team internazionale di ricercatori, guidato dagli specialisti dell’università di Copenhagen, è stato possibile mappare l'intera sequenza del genoma di questo animale che può arrivare a pesare anche 900 Kg 

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Ha ispirato, grazie alle sue dimensioni e ai suoi lunghi tentacoli, alcune opere letterarie, coinvolgendo generazioni di lettori appassionati da “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne a “Moby Dick” di Herman Melville. Oggi il leggendario calamaro gigante è pronto a rivelare i suoi segreti, non grazie alle pagine di un romanzo di avventura ma da quelle una rivista scientifica, GigaScience, dove è stata pubblicata per la prima volta in assoluto l'intera sequenza del genoma di questo animale che, seppur protagonista di storie frutto della fantasia, è davvero esistente in natura. Ad analizzarlo è stato un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'università di Copenhagen, che ha cercato così di risolvere molti dei misteri che riguardano l'anatomia e l'evoluzione di questo particolare animale marino.

Le dimensioni giganti

I calamari giganti sono abitanti delle profondità oceaniche che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli, con dimensioni massime che vanno dai 10 metri per le femmine ai 13 metri per i maschi (con peso che può arrivare anche a 900 Kg), considerando la distanza tra la pinna caudale e l'estremità dei due lunghi tentacoli. Il mantello, esclusi i tentacoli di circa 5 metri, è lungo circa 2 metri. Leggende metropolitane hanno raccontato anche di esemplari lunghi oltre 25 metri, ma in realtà mai nessun animale di queste dimensioni è stato documentato scientificamente, soprattutto a causa delle profondità abissali in cui vivono. Di recente un calamaro gigante lungo 3,7 metri è stato filmato, per la prima volta in assoluto, in acque statunitensi, in un’area del Golfo del Messico a circa 150 chilometri da New Orleans, mentre si trovava a circa 750 metri di profondità.

Un Dna pari al 90% del genoma umano

Nel corso degli anni, si può leggere sul sito dell’università di Copenhagen, sono stati raccolti in tutto il mondo solo relativamente pochi resti di calamari giganti (“Architeuthis dux” in gergo scientifico). Utilizzando sequenze di Dna mitocondriale di alcuni campioni del gigantesco animale, i ricercatori hanno inizialmente confermato che tutti i calamari giganti appartengono a una singola specie. "Tuttavia, la nostra analisi genetica iniziale ha generato più domande di quelle a cui ha risposto", ha spiegato il professor Tom Gilbert. Lo studio infatti ha dimostrato che il calamaro gigante è dotato di un Dna dalle dimensioni tanto importanti quanto le dimensioni corporee dell’animale: si stima infatti che contenga 2,7 miliardi di paia di basi (cioè i classici “pioli” della doppia elica del Dna), pari a circa il 90% delle dimensioni del genoma umano.

Nuove studi possibili

Proprio confrontando il Dna del calamaro gigante con quello dell'uomo e quello di altre quattro specie di cefalopodi, i ricercatori hanno scoperto che il mostro dei mari è diventato grande, quasi quanto le dimensioni di un autobus, non grazie alla duplicazione del genoma, strategia evolutiva sviluppatasi tanto tempo fa per aumentare le dimensioni dei vertebrati. "Il genoma è il primo passo per rispondere a tante domande sulla biologia di questi strani animali", ha spiegato Caroline Albertin, ricercatrice del Marine Biological Laboratory. Ora, grazie a questo studio, i ricercatori cercheranno di aprire nuove frontiere, sperando di poter capire come questi animali abbiano sviluppato il cervello più grande mai riscontrato negli invertebrati, così come abilità quali l'agilità e la mimetizzazione quasi istantanea, senza necessariamente doverli catturare o osservarli nelle profondità degli oceani.