Cellule cardiache, l'adattabilità allo spazio sorprende gli scienziati

Scienze
Immagine di archivio (Ansa)

Un esperimento condotto dalla Stanford University ha mostrato come le cellule del cuore, ottenute da staminali, si siano adattate rapidamente alla microgravità durante un periodo di permanenza sull’Iss 

L’influenza dello spazio sul funzionamento degli organi umani era nota ormai da tempo agli scienziati, come dimostrato da ricerche e esperimenti condotti sull’argomento. In orbita, anche le cellule del cuore si comportano diversamente, con un battito alterato rispetto a quanto accade sulla Terra. Lo evidenziano i risultati di uno studio realizzato dalla Stanford University, che ha analizzato i cambiamenti di alcune cellule staminali inviate nel 2017 sulla Stazione Spaziale Internazionale a bordo della navetta Dragon di SpaceX. In realtà, i ricercatori spiegano su Stem Cell Reports che il diverso comportamento delle cellule in condizioni di microgravità rappresenta una buona notizia in vista delle future missioni verso Luna e Marte.

Gli effetti dello spazio sul cuore umano

Le cellule del muscolo cardiaco derivate dalle staminali hanno mostrato una capacità di adattarsi all’ambiente spaziale che ha sorpreso gli scienziati. Dopo il loro arrivo sull’Iss, le staminali ottenute da cellule del sangue riprogrammate sono state coltivate per un periodo di cinque settimane e mezzo, mentre un gruppo di controllo delle stesse cellule veniva fatto crescere sulla Terra a scopo comparativo. L’obiettivo dei ricercatori era quello di osservare gli effetti della microgravità sulla funzione cardiaca e sull’espressione dei geni. Joseph Wu, che ha coordinato il team della Stanford University, spiega che “il nostro studio è il primo a utilizzare le cellule staminali indotte dall’uomo per studiare gli effetti del volo spaziale sul cuore umano".

Cellule, i cambiamenti per adattarsi alla microgravità

Al ritorno sulla Terra, la struttura delle cellule del cuore risultava invariata, ma queste ultime sembravano aver adattato il battito e il modo in cui veniva riciclato il calcio. Il sequenziamento dell’Rna eseguito sia durante il periodo di coltura cellulare in orbita che al rientro ha poi evidenziato come lo spazio avesse modificato l’espressione di 2635 geni rispetto alle cellule rimaste sulla Terra, cambiamenti che tuttavia sono venuti meno a circa 10 giorni dal rientro. Wu ha espresso stupore per la rapidità con la quale queste cellule hanno saputo adattarsi alla microgravità, aggiungendo che “studi come questo potrebbero fornire informazioni sui meccanismi cellulari che potrebbero giovare alla salute degli astronauti durante i voli di lunga durata”. 

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