Tra le scoperte più interessanti, quella dell'eliopausa, una zona situata al confine tra il Sistema Solare e lo spazio interstellare che non era ancora stata esplorata
Un anno fa, il 5 novembre 2018, la sonda della Nasa Voyager 2 era diventata ufficialmente il secondo veicolo spaziale (dopo Voyager 1) della storia a lasciare l'eliosfera, la bolla protettiva di particelle e campi magnetici creata dal Sole. A una distanza di circa 18 miliardi di chilometri dalla Terra, ben oltre l'orbita di Plutone, Voyager 2 era entrata nello spazio interstellare per esplorarne i misteri. Oggi, 365 giorni dopo, sulla rivista Nature Astronomy viene raccontato nel dettaglio ciò che gli scienziati hanno osservato durante e dopo la traversata storica della sonda della Nasa.
Una bolla di plasma
Lanciata nello spazio nell’agosto del 1977 e in viaggio ormai da oltre 40 anni, Voyager 2 ha fatto il grande salto al di fuori del Sistema Solare quando si trovava a una distanza 119 volte superiore a quella che separa la Terra dal Sole. Uno dei primi strumenti che ha permesso la valutazione della sua traiettoria è il plasma wave instrument, strumento utilizzato per monitorare la densità del gas ionizzato intorno alla sonda. Stando ai dati raccolti dallo strumento, proprio il 5 novembre dello scorso anno Voyager 2 è uscita all’improvviso dalla bolla di plasma ad alta temperatura tipica dell’eliosfera ed è entrata entrare in una zona di gas più freddi e più densi.
La scoperta dell’eliopausa
Quando Voyager 2 è uscito dall'eliosfera lo scorso anno, si può leggere sul sito dell’Agenzia Spaziale americana, gli scienziati hanno annunciato che i suoi due rilevatori di particelle energetiche hanno notato cambiamenti evidenti: il tasso di particelle eliosferiche rilevate dagli strumenti è precipitato, mentre il tasso di raggi cosmici, che in genere ha un’energia più elevate delle particelle eliosferiche, è aumentato drasticamente. Tale scarto ha confermato che la sonda era entrata in una nuova regione dello spazio, mai esplorata prima. Si trova al confine tra il Sistema Solare e lo spazio interstellare ed è chiamata 'eliopausa': secondo i dati di Voyager 2 è molto sottile, calda e quasi schiacciata da un forte campo magnetico interstellare. I dati della sonda, inoltre, hanno indicato l'esistenza di una zona nella quale il vento solare interagisce con quello interstellare.
Le differenze con Voyager 1
Un dato che però ha sorpreso gli esperti, riguarda il paragone con quanto riportato da Voyager 1. I recenti dati della sonda gemella non coincidono con quelli di Voyager 1, che aveva lasciato il Sistema Solare molto prima di Voyager 2, esattamente nell'agosto 2012 e che continua a inviare dati sulla Terra, nonostante alcuni danni riportati allo strumento per la rilevazione del plasma, lo stato della materia costituito da un gas di atomi ed elettroni liberi che si trova anche nello spazio interstellare. Il motivo, spiega la Nasa, è ipotizzabile con il fatto che le due sonde possono aver seguito traiettorie diverse oppure anche alle variazioni nell'attività del Sole.