T-rex, svelati i segreti del morso che poteva distruggere un’auto

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Un team statunitense ha realizzato una mappa 3D del cranio del tirannosauro che spiega le caratteristiche anatomiche che gli permettevano di mordere con una forza di varie tonnellate senza ripercussioni sulle proprie ossa 

Se il tirannosauro rex è considerato uno dei più grandi predatori mai esistiti, molto si deve alle fauci che utilizzava per catturare e uccidere le proprie vittime. Il potente morso rappresentava probabilmente l’arma più letale di questo dinosauro, un aspetto che i ricercatori di tre università statunitensi, dell’Ohio, del Missouri e dell’Indiana, hanno voluto indagare partendo dalle caratteristiche anatomiche. I risultati pubblicati su The Anatomical Record, basati su una mappa tridimensionale del cranio dell’animale, mostrano i motivi che rendevano la sua presa micidiale, in grado di frantumare le ossa delle prede.

Tirannosauro rex, un morso da sei tonnellate

Circa sei tonnellate di pressione, abbastanza da distruggere persino una macchina. Sarebbe questa secondo quanto riporta National Geographic la tortura a cui venivano sottoposte le vittime del morso del T-rex. I ricercatori si sono a lungo domandati come il dinosauro potesse esercitare questa forza senza provocare la rottura del suo stesso cranio, un segreto ora svelato da un team di paleontologi statunitensi. Secondo Kaleb Sellers dell’Università del Missouri “fino ad ora i ricercatori avevano considerato soltanto l’aspetto osseo, senza guardare all’insieme di connessioni comprendenti legamenti e cartilagini che regolano l’interazione tra le ossa”. Grazie alla mappa 3D realizzata combinando dati anatomici ottenuti dai fossili e immagini al computer il team ha notato la particolare rigidità del cranio e la solidità del palato, in grado di attenuare le sollecitazioni date dalla masticazione.

T-rex, il segreto nel cranio non flessibile

I nuovi risultati smentiscono quindi l’idea diffusa in precedenza che le ossa e le articolazioni del cranio del tirannosauro rex potessero essere flessibili, come accade per alcuni dei ‘parenti’ tutt’oggi esistenti quali pappagalli o serpenti. Tuttavia questa caratteristica non avrebbe permesso al T-rex di mordere con tale forza senza ripercussioni sulla propria struttura ossea, motivo che ha spinto i ricercatori a indagare e scoprire come l’immobilità delle articolazioni permettesse al predatore di sfruttare appieno tutta la forza presente nei muscoli della mascella. Secondo il paleontologo Eric Snivley, la nuova prospettiva sull’anatomia del cranio del tirannosauro “è ottima per capire come questo animale riuscisse a mordere con una forza tale da sollevare diversi pick-up”.

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