Una collaborazione tra vista e altri sensi potenzia la percezione

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)
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Secondo un nuovo studio guidato da un italiano, il sistema visivo è in grado di ‘sintonizzarsi’ sulla frequenza di altri apparati sensoriali: questo stesso meccanismo sarebbe alla base delle illusioni percettive 

Un team di ricerca internazionale guidato dall’Università di Bologna ha scoperto che negli esseri umani la vista è in grado di ‘connettersi’ ad altri sensi, come udito e tatto, per potenziare la percezione in alcune particolari situazioni. Come spiegato dai ricercatori nello studio pubblicato su Journal of Neuroscience, questa stessa sincronizzazione del sistema visivo con altri apparati sarebbe responsabile anche delle illusioni sensoriali. Per individuare tali meccanismi, il gruppo di ricerca ha organizzato un esperimento durante il quale è stata monitorata l’attività cerebrale di volontari sottoposti a diversi stimoli sensoriali capaci di provocare un’illusione visiva.

Vista più flessibile per percezione più efficace

Il coordinatore dello studio Vincenzo Romei, professore all’Università di Bologna, paragona la sincronizzazione della corteccia visiva alla capacità di quest’ultima di “parlare più di una lingua. Comunicando con popolazioni neurali che parlano un linguaggio uditivo o tattile, - spiega - il nostro sistema visivo diventa più flessibile, generando un’esperienza sensoriale integrata e quindi più efficace”. Questa ‘coordinazione’ tra diversi apparati sensoriali risulta particolarmente preziosa in un contesto quotidiano nel quale le persone vengono sottoposte a stimoli continui: infatti, affidarsi a più sensi aiuta a processare meglio questa grande mole di informazioni.

Sincronizzazione dei sensi genera anche illusioni

Per capire nel dettaglio i meccanismi che permettono alla vista di mettersi sulla lunghezza d’onda di altri sensi i ricercatori hanno organizzato un esperimento che ha coinvolto 51 persone. Il team ha monitorato l’attività dei volontari mentre questi ultimi venivano sottoposti a due test che prevedevano la presentazione di uno stimolo visivo e, in contemporanea, di due stimoli uditivi o tattili separati tra loro da un brevissimo intervallo di tempo. I ricercatori hanno notato che questo procedimento portava i partecipanti a percepire un secondo flash visivo illusorio subito dopo lo stimolo visivo effettivamente presentato, la dimostrazione secondo Romei che più stimoli all’interno di una breve finestra temporale "vengono il più delle volte integrati come se appartenessero ad uno stesso evento”. Grazie alle analisi svolte, il team di ricerca ha potuto osservare un legame tra l’illusione percepita durante la coppia di stimoli tattili o uditivi e “l’attività oscillatoria cerebrale della loro corteccia visiva”: a seconda dei casi, si registrava infatti un’attività alpha o beta, tipica delle aree connesse rispettivamente a udito e tatto. Per Romei, si tratta di un’importante prova del fatto che l’impatto di informazioni uditive o tattili sul sistema visivo porta alla sintonizzazione del network di comunicazione sulla lunghezza d’onda del sistema sensoriale che invia il segnale”. Se da una parte si tratta di un processo che richiede più energie, il sistema visivo ne beneficia risultando potenziato.

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