Realizzato in laboratorio un fegato in miniatura grazie alle cellule staminali

Scienze
Immagine di archivio (Ansa)

L’organoide è stato creato dal gruppo di ricerca coordinato da Takanori Takebe, studioso del Cincinnati Children's Hospital Medical Center. Sarà usato per studiare le patologie che colpiscono il fegato e sviluppare dei nuovi trattamenti 

Un gruppo di studiosi giapponesi e statunitensi, coordinato da Takanori Takebe del Cincinnati Children's Hospital Medical Center, ha costruito una versione semplificata e miniaturizzata del fegato per studiare le varie forme di epatite e le altre patologie che colpiscono l’organo, oltre che per testare dei farmaci. "Abbiamo sviluppato un metodo riproducibile per fabbricare complessi organoidi del fegato umano utilizzando cellule staminali pluripotenti derivate da donatori umani sani e da donatori con malattie del fegato", spiega Takebe. I risultati ottenuti sono stati descritti sulle pagine della rivista scientifica Cell Metabolism.

Lo studio delle patologie del fegato

Partendo da 11 linee di cellule staminali pluripotenti, ossia in grado di trasformarsi in varie tipologie di unità biologiche, i ricercatori sono riusciti a ottenere degli organi in miniatura contenente diversi tipi di cellule del fegato. Nel corso dello studio, gli organoidi sono stati trattati con acidi grassi per riprodurre le caratteristiche tipiche di alcune malattie, tra cui l’accumulo di grasso, l’infiammazione e la fibrosi. "Gli organoidi ricreano accuratamente le infiammazioni e altre caratteristiche delle malattie del fegato. Ciò ha permesso di studiare queste malattie e testare potenziali terapie", spiega Takebe. Secondo l’esperto, gli organoidi permetteranno di riprodurre modelli della malattia di Wolman e della steatosi epatica non alcolica e di sperimentare dei farmaci contro queste patologie.

Creati dei mini reni in laboratorio

Un risultato simile è stato raggiunto anche dai ricercatori dell’Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, i quali hanno creato in laboratorio dei reni in miniatura tramite il processo di coltura delle cellule staminali pluripotenti. Saranno utilizzati per studiare vari disturbi, tra cui le malattie renali ereditarie e il cancro. Inoltre, conducendo degli esperimenti sugli organoidi i ricercatori potrebbero scoprire un trattamento efficace per le infezioni vitali che talvolta colpiscono i pazienti con patologie dei reni che si sottopongono a un trapianto. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista di settore Nature Biotechnology

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