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Nasa, Curiosity analizza un prezioso campione di argilla su Marte

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Il rover ha finalmente perforato e raccolto campioni dalla ‘clay-bearing unit’, l’area argillosa in cui era atterrato nel 2012 e che potrebbe dare nuove informazioni sulla presenza di acqua 

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Dopo anni di attesa, trascorsi esplorando Marte, il rover Curiosity della Nasa ha finalmente affondato la propria trivella per raccogliere campioni di argilla dal Gale Crater, il sito scelto nel 2011 dall’agenzia spaziale statunitense come luogo d’atterraggio del mezzo. L’area di riferimento, chiamata dalla Nasa ‘clay-bearing unit’ e situata sulle pendici di Mount Sharp, è infatti di grande interesse per la Nasa a causa della probabile presenza di acqua in passato. Prima di raggiungere questa regione, Curiosity si era congedato dalla cresta di Vera Rubin con un selfie dopo aver ottenuto altri materiali dalla superficie marziana da sottoporre ad analisi.

Curiosity, perché è importante analizzare l’argilla

Prima del debutto della missione di Curiosity, la Nasa aveva scelto il luogo di atterraggio (avvenuto nel 2012) proprio in virtù delle “argille intriganti osservate in orbita”, come spiegato da un tweet pubblicato dal profilo ufficiale del rover. La ‘clay-bearing unit’ si trova sui pendii del Mount Sharp, alto 5 chilometri: la Nasa era particolarmente affascinata da questa regione poiché interessata ad analizzare eventuali minerali presenti nell’argilla, che “si formano solitamente nell’acqua”, come riporta un comunicato ufficiale dell’agenzia statunitense. Di conseguenza, i campioni raccolti da Curiosity “potrebbero aiutare a capire se è stata un'era marziana più umida a modellare questo strato di Mount Sharp”.

Nasa alle prese con un puzzle marziano

In particolare, Curiosity ha utilizzato la propria trivella per perforare un letto di roccia chiamato Aberlady, incontrando pochissima resistenza a causa della morbidezza che caratterizzava lo strato roccioso “al contrario di alcuni degli obiettivi più resistenti incontrati a Vera Rubin Ridge”, spiega la Nasa. Secondo Jim Erickson del Jet Propulsory Laboratory (JPL) di Pasadena “perforare finalmente la clay-bearing unit è un obiettivo importantissimo nel nostro viaggio verso la cima di Mount Sharp”. Dopo la perforazione, i campioni raccolti sono stati trasferiti nel laboratorio mineralogico posto all’interno di Curiosity dove saranno ora analizzati per ottenere maggiori informazioni sul presente e passato di questa regione. Per Ashwin Vasavada del JPL “ogni strato di questa montagna è il pezzo di un puzzle e ciascuno di essi contiene indizi riguardanti epoche differenti della storia marziana. Non vediamo l’ora di vedere ciò che questi primi campioni ci diranno sull’ambiente passato, specialmente sulla presenza di acqua”. Dopo aver trovato tracce di fiumi e laghi antichi, la Nasa vuole dunque continuare a scavare nei trascorsi bagnati di Marte