Dall'Università di Padova una ‘fabbrica virtuale’ di cellule staminali

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

L’ateneo veneto ha fornito i dati utili alla realizzazione di un modello computazionale che ripercorre le tappe della trasformazione delle staminali in altri tipi di cellule 

La medicina rigenerativa compie un importante passo avanti grazie al primo modello computazionale che ripercorre tappa per tappa il processo che permette alle cellule staminali di trasformarsi in altri tipi di cellule. Questa ‘fabbrica virtuale’ è il risultato della collaborazione tra l’Università di Padova e la Giovanni Armenise Harvard Foundation, che ha finanziato il progetto. Un ruolo decisivo l’ha giocato anche il Microsoft Research Cambridge, che a partire dai dati sperimentali forniti dall’ateneo veneto ha potuto realizzare la ricostruzione del meccanismo di riprogrammazione cellulare al computer.

La riprogrammazione delle cellule staminali

Svariati studi negli ultimi anni hanno evidenziato le immense potenzialità delle cellule staminali, che diventano sempre più una risorsa di inestimabile importanza in ambito di medicina rigenerativa. Si tratta infatti di una tipologia di cellule non specializzate presente negli embrioni ma ottenibile, grazie ai recenti progressi dei biologi, anche attraverso una riprogrammazione di cellule già differenziate, con la possibilità quindi di costruire in caso di necessità cellule pluripotenti che possano poi rigenerare vari tipi di tessuto dell’organismo umano. Un’importante scoperta in questo ambito è stata inoltre realizzata da un centro di ricerca del Gruppo Marrelli di Crotone, che grazie al ‘nanobioma’ punta a un uso più mirato delle staminali, selezionandone la componente utile al processo rigenerativo.

Perfezionare tecniche per riprogrammare le staminali

Grazie al modello computazionale a cui ha contribuito il team padovano, guidato da Graziano Martello, è possibile osservare nel dettaglio quei meccanismi biologici che avvengono nelle staminali e regolano il processo di trasformazione cellulare. Martello spiega infatti che è stata realizzata “una sorta di ‘fabbrica virtuale’ di cellule staminali, che ci permette di comprendere meglio il processo di differenziazione”. Inoltre, il coordinatore del gruppo di ricerca osserva che “aggiungendo o togliendo determinati fattori al nostro modello, abbiamo visto che le cellule venivano prodotte più o meno velocemente: questi dati ci aiuteranno a perfezionare le tecniche di riprogrammazione cellulare”.

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