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Il satellite ICESat-2 è pronto a sorvegliare le distese di ghiaccio

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

È dotato di tecnologie di ultima generazione in grado di misurare con precisione tutti i cambiamenti nello spessore delle calotte polari presenti in Groenlandia e Antartide 

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Il satellite della NASA ICESat 2 è stato da poco lanciato nello spazio. Il suo nome completo è Ice, Cloud and land Elevation Satellite-2 ed è dotato di tecnologie all’avanguardia in grado di monitorare i mutamenti nello spessore dei ghiacci polari con una precisione senza precedenti. Inoltre, può misurare la crescita delle foreste e l’altezza delle nuvole, offrendo agli scienziati una panoramica accurata dei cambiamenti che avvengono sulla Terra.

Il monitoraggio dei ghiacci

La missione del satellite (costata un miliardo di dollari) avrà quattro obiettivi principali: determinare quanto lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e Antartide contribuisce alla variazione del livello dei mari; monitorare la perdita di spessore delle masse di ghiaccio per fornire una comprensione migliore di questo fenomeno; stimare lo spessore del ghiaccio marino e le sue variazioni; determinare l’altezza delle foreste in modo da stabilire la quantità di vegetazione presente nelle varie regioni.
Il satellite può quantificare lo spessore del ghiaccio fino a una profondità di 15 cm. È in grado di svolgere 60.000 misurazioni al secondo.
“Le tecnologie utilizzate da ICESat-2 consentiranno di comprendere meglio le calotte glaciali presenti in Groenlandia e Antartide e il loro ruolo nell’innalzamento del livello del mare”, dichiara Michael Freilich, direttore della divisione NASA di Scienze della Terra.

I quattro cubesat

Oltre ad ICESat-2 sono stati lanciati col razzo Delta II anche quattro cubesat, dei piccoli satelliti di forma cubica. Due di essi sono stati costruiti dai ricercatori dell’Università della California di Los Angeles nell’ambito della missione Elfin (The Electron Losses and Fields Investigation). Il loro obiettivo sarà comprendere perché le fasce di Van Allen, due anelli di particelle ad alta energia che si “avvitano” attorno alle linee del campo magnetico terrestre, ogni tanto perdono degli elettroni che, scontrandosi con l’atmosfera del pianeta, generano aurore e interferiscono con i sistemi di comunicazione e il segnale GPS.
Un terzo cubesat è stato sviluppato dall’Università della Florida centrale e verrà utilizzato per svolgere dei test in orbita su vari materiali per comprendere come si caricano elettricamente nello spazio. Il quarto satellite cubico, creato dagli scienziati del Politecnico della California, studierà l’influenza delle vibrazioni in microgravità sui veicoli spaziali.