Scoperta una retina artificiale che potrebbe far tornare a vedere

Scienze
(Foto d'archivio: Getty Images)
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Un team di ricerca internazionale ha messo a punto una membrana composta da pigmenti organici che sarebbe in grado di convertire gli impulsi luminosi in impulsi elettrici, stimolando i neuroni che consentono la vista

Una retina artificiale per tornare a vedere. Un team di ricerca internazionale, composto da ricercatori delle università di Linkoeping in Svezia e di Tel Aviv in Israele, ha messo a punto una membrana composta da pigmenti organici che, impiantata chirurgicamente, potrebbe consentire a persone che hanno subito un deterioramento o un danneggiamento delle cellule nervose dell’occhio di riacquistare la vista.

Piccola quanto un pixel

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Advanced Materials, illustra come gli scienziati siano riusciti a ricreare una membrana utilizzando pigmenti organici, molto simili a quelli utilizzati per cosmetici e tatuaggi, che sono considerati economici e innocui per la salute. Nel dettaglio, questa membrana artificiale, avendo dimensioni microscopiche, viene paragonata a un pixel di una fotocamera digitale. Il prodotto messo a punto dai ricercatori è 100 volte più sottile di una cellula e con un diametro inferiore a quello di un capello.

Come funziona

La retina umana è una sottile membrana formata da diversi strati di cellule. Alcune di queste sono fotorecettori (distinti in coni e bastoncelli) e convertono attraverso reazioni biochimiche le radiazioni luminose in impulsi nervosi che, seguendo le vie ottiche, raggiungono le aree visive della corteccia cerebrale dando luogo alla formazione delle immagini. Obiettivo della retina artificiale è quello di applicare accanto alle cellule che sono state danneggiate un sottilissimo strato di materiale sensibile alla luce, il pigmento. Quest’ultimo, come dimostra la ricerca, sarebbe in grado di convertire gli impulsi luminosi in impulsi elettrici, stimolando i neuroni. Inoltre, secondo David Rand, uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio, "la retina artificiale può essere utilizzata per stimolare non solo i neuroni nel cervello ma anche i neuroni nelle retine non funzionanti".

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