Codice a barre, l'invenzione che ha cambiato il commercio

Scienze
Infinite le applicazioni: dai primi codici a barre ai "matrix" odierni (Getty Images)

65 anni fa l'idea rivoluzionaria di due inventori statunitensi che vide la sua applicazione nei supermercati a partire dagli anni Settanta

Al 7 ottobre di 65 anni fa si fa risalire una delle idee che più ha rivoluzionato il mondo del commercio a livello globale: quella del codice a barre o, in inglese, barcode.

L'invenzione del codice a barre

Furono due ingegneri e inventori statunitensi, Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, a brevettare il codice a barre, insieme di simboli grafici che codifica una serie di informazioni leggibili da specifici lettori laser. Lo registrarono nel 1949, quando erano studenti di ingegneria all'Università di Drexel, e il brevetto fu riconosciuto il 7 ottobre 1952: 65 anni fa, appunto.

Dalla spiaggia alla vendita del brevetto

L’idea del barcode prese forma su una spiaggia, come ricorda tra gli altri il quotidiano “The Guardian”. Silver e Woodland, sollecitati dal direttore di un supermercato a lavorare sull’idea di un sistema per marcare i prodotti e rendere più rapidi i pagamenti, si ispirarono al codice morse e, proprio durante una giornata al mare, disegnarono punti e linee verticali: quello che poi sarebbe diventato il codice a barre. Woodland, prima di morire nel 2012 all'età di 91 anni, fu insignito soltanto nel 1992 della medaglia nazionale statunitense per la tecnologia. Silver, invece, morì nel 1963, a 38 anni, prima di vedere le applicazioni pratiche del brevetto.

Prime applicazioni negli anni Settanta

Ci vollero diversi anni, infatti, perché il codice a barre divenisse realmente uno strumento per velocizzare le code alle casse dei supermercati. Al 1972 risale una sperimentazione-flop in un grande magazzino di Cincinnati, e l'anno dopo fu lo stesso Woodland – che nel frattempo era andato a lavorare per la Ibm, cui aveva venduto il brevetto, in seguito ceduto alla Philco e, più tardi, alla RCA – a ideare i primi Upc, gli Universal product code. Bisognerà attendere ancora un anno perché venga venduto il primo prodotto utilizzando un lettore di codici a barre: un pacchetto di chewing gum che il 26 giugno 1974 fu acquistato in un supermarket di Troy, nell'Ohio. Quel pacchetto, un pezzo di storia contemporanea americana (e mondiale), si trova conservato allo Smithsonian's National Museum. Poi, dall'inizio degli anni Ottanta, il codice a barre – nelle sue infinite declinazioni – si affermò anche in Italia e nel resto d'Europa. E resiste anche all'avvento degli odierni “matrix”, o codici a barre bidimensionali – quelli da “leggere” con gli smartphone, per intenderci.

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