Health, “La fioritura dei neuroni”: il segreto per mantenere giovane il cervello
Salute e BenessereIl libro della professoressa Michela Matteoli, direttrice del programma di Neuroscienze dell'Humanitas, offre consigli e una cura per la mente
Intervista a Health con la Professoressa Michela Matteoli, direttrice del programma di Neuroscienze dell’Humanitas. Da lei l’invito a non perdere la voglia di meravigliarci e di emozionarci. Nel suo nuovo libro, "La fioritura dei neuroni - Come far sbocciare la nostra intelligenza per tutta la vita", Matteoli ci offre una vera e propria cura per la mente, pervasa da un entusiasmo contagioso che sposa i risultati di laboratorio con le variegate esperienze della vita.
Il cervello umano, pur perdendo neuroni dopo i 30 anni, ha la capacità di compensare attraverso la "fioritura delle sinapsi", i legami tra cellule nervose. Matteoli ci incoraggia a imparare continuamente, creando nuovi circuiti neurali e aumentando la nostra "riserva cognitiva", un vero tesoretto contro le demenze. Apprendere una nuova lingua, leggere e vivere nuove esperienze sono strumenti potenti per mantenere il cervello vivo ed efficiente.
La lettura, in particolare, lascia un segno nel cervello aumentando la materia grigia e la sostanza bianca. Nonostante la scrittura abbia solo cinquemila anni, troppo pochi per incidere nel nostro DNA, la mente umana ha ingegnato un modo per interpretare le lettere come i lineamenti di un volto, utilizzando la zona specifica per il riconoscimento delle facce.
La Professoressa Matteoli, che oltre a dirigere il programma di Neuroscienze dell'ospedale universitario milanese Humanitas, è professoressa ordinaria di Farmacologia, ci guida attraverso un viaggio affascinante tra cellule staminali, sostanza bianca e neocorteccia. Con espressioni come "innaffiare il giardino del nostro cervello" e "i neuroni cantano in coro", rende accessibili concetti scientifici complessi sulla parte del corpo umano – il cervello – che resta la più misteriosa e affascinante.
Il libro esplora anche il ruolo dei neuroni-specchio, scoperti dall'italiano Giacomo Rizzolatti, che ci permettono di rispecchiare le azioni e le emozioni degli altri, evidenziando il legame profondo tra gli esseri umani. Questi neuroni, portatori di empatia, riproducono l'azione che osserviamo in un'altra persona come se la stessimo facendo anche noi.