Sindrome dell’Avana tra diplomatici Usa: cos’è e quali sono i sintomi

Salute e Benessere

Non si conoscono ancora le cause di questa misteriosa sindrome, che ha colpito oltre 200 diplomatici americani. La sua sintomatologia sembra comprendere vertigini, perdita di equilibrio, nausea e vuoti di memoria

Torna la misteriosa sindrome dell'Avana tra i diplomatici americani, questa volta a Ginevra e a Parigi. Lo riporta il Wall Street Journal, citando fonti a conoscenza del dossier. I presunti nuovi casi, 3 a Ginevra e 1 a Parigi, sono stati segnalati internamente la scorsa estate ai dirigenti locali e al dipartimento di Stato e si vanno ad aggiungere ai circa 200 che hanno coinvolto personale diplomatico americano a Cuba, in Cina, in Sud America e in altre città europee. Ma cos'è la cosiddetta sindrome dell'Avana e quali sono i suoi sintomi?
Come dichiarato dal segretario di Stato americano Anthony Blinken, gli Stati Uniti non conoscono ancora le cause della misteriosa sindrome dell’Avana.

Sintomi e possibili cause

La sindrome dell'Avana comporta una serie di sintomi, riscontrati per la prima volta nel 2016 in alcuni membri del personale dell'ambasciata statunitense presso L'Avana a Cuba e poi riportati anche da diversi altri funzionari colpiti a livello globale, tra cui giramenti di testa, vertigini, perdita di equilibrio, nausea e  vuoti di memoria.
Nonostante ad oggi la sindrome dell'Avana non sia ancora stata spiegata, gli scienziati statunitensi ritengono che è probabilmente causata da radiazioni a microonde dirette.

Usa: "Stiamo facendo tutto il possibile per capire chi è il responsabile"

Come riporta il Guardian, alla luce dei nuovi casi segnali a Parigi e Ginevra, il segretario di Stato americano Anthony Blinken Blinken ha riferito che "tutta l'amministrazione federale è impegnata ad arrivare fino in fondo" alla questione. "Non ho dubbi sul fatto che le persone siano state direttamente e potentemente colpite", ha dichiarato. “Stiamo facendo tutto il possibile per andare a fondo di quello che è successo e per capire chi è il responsabile. E nel frattempo per assicurarci di prenderci cura di chiunque sia stato colpito e per proteggere tutta la nostra gente al meglio delle nostre capacità”.

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