Si tratta di un insieme di virus che comprende, tra gli altri, l’agente virale che provoca la rabbia e il lyssavirus del pipistrello australiano (ABLV). Quest’ultimo causa un’infezione grave, ma raramente contagia l’uomo
I lyssavirus sono dei virus appartenenti alla famiglia Rhabdoviridae, che comprende, tra gli altri, il virus della rabbia e il lyssavirus del pipistrello australiano (ABLV). Quest’ultimo, come suggerisce il nome, è diffuso in Australia ed è stato identificato per la prima volta nel 1995 in un esemplare di Pteropus alecto. Si tratta di un virus zoonotico a singolo filamento negativo di Rna e può essere trasmesso direttamente all’uomo, senza prima passare per un ospite intermedio. Tuttavia i contagi sono piuttosto rari: dal 1995 a oggi ne sono stati documentati solo tre. Il virus della rabbia, invece, è un agente virale neurotropo a singolo filamento di negativo di Rna. La malattia infettiva che provoca è mortale per l’uomo e per numerosi animali, tra cui cani, gatti e volpi. Come riporta il ministero della Salute, il 99% dei decessi nell’uomo è conseguente al morso di un cane infetto.
I sintomi iniziali della rabbia
Dopo il periodo di incubazione, che può essere durare anche alcune settimane, il virus della rabbia si manifesta nell’uomo con paresi o paralisi e convulsioni. Nella fase iniziale è possibile talvolta rilevare anche sintomi aspecifici come febbre, cefalea e mialgia. In seguito, circa l’80% dei pazienti sviluppa l’idrofobia e sperimenta un laringospasmo doloroso ogni volta che prova a bere dell’acqua. Nel restante 20% dei casi, si verifica una forma di paralisi caratterizzata da debolezza muscolare, perdita di sensibilità e paralisi. Nella fase terminale della malattia, la maggior parte dei pazienti manifesta aggressività, irascibilità, perdita di senso dell’orientamento, allucinazioni, iperestesia, meningismo, lacrimazione, paralisi delle corde vocali e altri sintomi. Anche negli animali la malattia è associata a un comportamento più aggressivo del normale e paralisi. Non mancano però dei casi in cui un animale perde improvvisamente la vita a causa della malattia senza mostrare segni clinici rilevanti.
I sintomi del lyssavirus del pipistrello australiano (ABLV)
In sintomi iniziali dell’infezione causata lyssavirus del pipistrello australiano (ABLV) sono simili a quelli dell’influenza. Includono mal di testa, febbre e stanchezza. Successivamente, il paziente va incontro a paralisi, delirio, convulsioni e perde la vita nell’arco di una o due settimane. Al momento non è chiaro quanto tempo trascorra tra il primo contatto col virus e l’insorgenza dei sintomi. Il modo migliore per proteggersi dalla malattia è sottoporsi al vaccino. Le autorità sanitarie australiane consigliano comunque di seguire alcune procedure standard nel caso in cui si dovesse essere morsi o graffiati da un pipistrello nei luoghi in cui è diffusa la malattia. In primo luogo è necessario lavare la ferita con acqua e sapone per almeno 15 minuti. Poi deve essere applicato un antisettico, come la tintura di iodio. Infine, è necessario rivolgersi a un medico per ricevere ulteriori trattamenti e valutare l’eventuale rischio di infezione.