Se a Natale non mangerò come vorresti, non giudicarmi

“Ho ricordi nitidi di quando ero chiaramente in sovrappeso e durante una festa, mentre bevevo un bicchiere di Coca Cola, un parente me lo tolse dalle mani dicendo che sarei diventata ancora più grassa di quello che ero, davanti a tutti... Quell'evento mi ha colpito molto e tuttora ho difficoltà quando ci sono riunioni di famiglia per la paura di essere giudicata. Allo stesso tempo, anche adesso che sono in normopeso, ho difficoltà nel farmi vedere mangiare qualcosa di più, per esempio un bis di pandoro” racconta Arianna, 26 anni. Paura per il giudizio dei parenti è cio che prova anche Alice, 21 anni. “Cosa diranno quest’anno vedendomi con questi chili di più? Potevo stare più attenta”; e Claudio, 32 anni: “‘Ah finalmente ti trovo bene, hai perso peso’”. Me lo hanno detto prima ancora di salutarmi davanti alla porta di ingresso davanti a tutti gli invitati”. “Non per tutti il Natale è un momento di gioia e condivisione; per chi soffre di disturbi alimentari, può essere un periodo particolarmente difficile e stressante: una combinazione di sfide emotive, sociali e alimentari che può tradursi in paura del giudizio, perdita di controllo, ritmo alterato” racconta Valentina Ungarelli. Anche lei ricorda il senso di solitudine che accompangnava le feste, la sensazione di essere “persa in pensieri malati” mentre i cari sono persi in conversazioni e passano distrattamente alla portata successiva. Valentina si è ammalata dopo aver perso la sua migliore amica, Francesca, per un disturbo alimentare. Diciassette anni dopo, ha fondato l'associazione FRA ME & TE per aiutare chi sta attraversando un percorso per superare un DCA ma anche per dare un supporto a chi cerca di stare vicino a una persona cara in difficoltà. Cosa possono fare i parenti per mettere a proprio agio chi ha un DCA? È fondamentale mostrare comprensione e accettazione. Non bisogna giudicare ma rispettare le scelte alimentari della persona. Il valore di queste feste non si misura nel cibo o nel confronto con gli altri, ma nei piccoli gesti di amore e cura. Possiamo concentrarci sulla compagnia e sui momenti di condivisione: spostare l’attenzione su altri aspetti importanti del Natale, come guardare un film, giocare a carte, chiacchierare. Prima di mettersi a tavola possiamo chiedere se ci sono accorgimenti che possono aiutare la persona a sentirsi più a proprio agio. Alcune volte poi non c’è bisogno di chiedere, basta essere disponibile ad ascoltare, per rispettare la disponibilità dell’altro ad aprirsi. Quando passiamo alle porzioni, meglio non servire al posto suo e non insistiamo affinché ne prenda “ancora un po’”. Cosa invece sarebbe meglio evitare? I commenti sul peso e sul corpo, evitiamoli. Sono destabilizzanti per chi ha un disturbo alimentare. Frasi come “Non mangi abbastanza”, “Mangia di più, è Natale!” o “Finalmente ti vedo mangiare qualcosa” vanno evitate. E poi, per quel giorno, non tocchiamo l’argomento e godiamoci il tempo in famiglia. Osservare la persona mentre mangia o fare discorsi motivazionali improvvisati non servono a “curarla”, la fanno sentire peggio. Dal lato di chi dovrà affrontare il pranzo di Natale, come si possono gestire quei parenti un po’ meno sensibili? Una buona strategia può essere parlare in anticipo con un alleato: coinvolgere un familiare o un amico che conosca la situazione. Si può chiedere un aiuto per reindirizzare la conversazione o di intervenire se i commenti diventano inappropriati. Anche la scelta del posto a tavola può essere importante. Stare vicino a qualcuno che ci fa sentire a nostro agio può aiutare a gestire l’ansia. Se la conversazione diventa stressante, spostiamo l’attenzione su un argomento neutro o interessante e se l’atmosfera diventa proprio troppo impegnativa, ci si può concedere qualche minuto lontano dal gruppo. Andare in un’altra stanza, fare una passeggiata o ascoltare la musica sono potenziali soluzioni. Se un parente fa un’osservazione sul cibo, il peso o il corpo, abbiamo il diritto di rispondere in modo da proteggere il nostro benessere, che sia un “Preferisco non parlare di questo, grazie” o un “Che fortuna, un’altra opinione non richiesta per Natale!”. Qual è il tuo messaggio per questo Natale? Il Natale è un momento impegnativo e di difficile gestione per chi ha un buon rapporto col cibo, ma non siamo obbligati a soddisfare le aspettative di tutti. Proteggere il proprio benessere è la priorità! Dobbiamo ricordare che i disturbi alimentari non si risolvono in un giorno. Il miglior regalo che i parenti possono fare è creare un ambiente privo di giudizi, dove la persona si senta accettata per quello che è, al di là di cosa o quanto mangia.

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