Alessitimia, cos'è la condizione psicologica che impedisce di esprimere emozioni
Salute e BenessereConsiste nella difficoltà nel riconoscere e descrivere i propri e gli altrui stati emotivi, fino alla completa incapacità di provare le più semplici emozioni come il pianto e il riso
L'etimologia della parola alessitimia viene dal greco, più precisamente dal composto tra il prefisso “a”, assenza, e i termini “lexis” che significa “parola” e “thymos”, vale a dire “emozione”. Può essere, quindi, riassunta come la mancanza di parole per le emozioni. Tecnicamente, in base al grado di gravità, equivale a una condizione psicologica nella quale si ha difficoltà nel riconoscere e descrivere i propri e gli altrui stati emotivi, fino alla completa incapacità di provare emozioni. Ne deriva un impedimento nei confronti delle altre persone, in particolare nell’identificazione delle loro emozioni. In base alle risultanze cliniche gli individui alessitimici non sono, per esempio, in grado di comprendere e giustificare il pianto o il riso. Fino agli anni 50 questa caratteristica psicologia era chiamata “analfabetismo emotivo”, a partire dalla fine degli anni 70 fu invece coniata la parola alessitimia, con particolare riferimento a pazienti psicosomatici, che sviluppavano cioè effetti fisici patologici, come ulcera, asma, eczema, coronaropatie, ipertensione.
Le due diverse interpretazioni
Ci sono due diverse interpretazioni dell’alessitimia. Secondo una parte di studiosi è dovuta a un deficit cognitivo che colpisce la capacità di elaborazione delle esperienze emotive e porta all’assenza stessa di esperienza emotiva. Secondo un’altra scuola, l’alessitimia è invece una carente abilità di base nel provare emozioni in generale e porta a un deficit selettivo della valutazione delle emozioni: non comporta, quindi, la completa assenza di emozioni o l’incapacità di descrivere i propri stati emotivi, quanto piuttosto una carenza nella componente interpretativa e valutativa degli affetti. In questa interpretazione gli individui alessitimici mostrano normali manifestazioni fisiche in presenza di emozioni, ma non riescono a organizzare gli elementi che caratterizzano la loro esperienza fisica in una rappresentazione mentale organica.