Amianto, 1545 vittime ogni anno in Italia: il report dell'Istituto Superiore di sanità

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Lo studio ha evidenziato 17 mila casi in 10 anni. Il mesotelioma è un tumore particolarmente aggressivo la cui causa principale è l'esposizione all'amianto e che può manifestarsi anche dopo 40 anni di latenza. Tendenza in positivo, invece, per i casi tra gli under 50, in diminuzione. Le regioni più a rischio rimangono Lombardia, Liguria, Valle d'Aosta e Piemonte

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L'impatto dell'amianto gioca ancora un ruolo forte nella mortalità in Italia. Secondo un nuovo report dell'Istituto Superiore di Sanità "ogni anno - tra il 2010 e il 2020 -, in Italia sono decedute per mesotelioma in media 1545 persone, 1116 uomini e 429 donne. Dei decessi osservati in media ogni anno, 25 (l'1,7%) avevano un'età uguale o inferiore ai 50 anni".

Il mesotelioma è un tipo di tumore particolarmente aggressivo che colpisce il mesotelio, il sottile strato di tessuto che riveste polmoni, cuore e altri organi interni. L'esposizione all'amianto è la causa principale della comparsa del tumore, che ha anche un'altra caratteristica infida: ha un tempo di latenza molto prolungato, dai 30 ai 40 anni. Ciò significa che la malattia si può sviluppare anche decenni dopo l'esposizione.

I dati positivi

Anche se rimane alto il numero di vittime causate dall'amianto, il report ha evidenziato una tendenza in positivo per quanto riguarda "una diminuzione del numero dei decessi per mesotelioma tra gli under 50 negli ultimi anni, un primo effetto della legge 257 del 1992 con la quale l'Italia vietò l'utilizzo dell'amianto e la produzione di manufatti contenenti amianto".

"L'Istituto superiore di sanità - afferma Rocco Bellantone, presidente dell'Iss - è impegnato da anni su questo tema e il problema amianto rimane tra le priorità di sanità pubblica. L'Iss continuerà a contribuire alle attività di ricerca e alla sorveglianza epidemiologica delle malattie amianto-correlate, nonché alla definizione di strumenti per il rilevamento delle sorgenti di esposizione all'amianto ancora presenti nel nostro Paese, e all'implementazione di azioni preventive, fornendo supporto alle istituzioni e ai cittadini, attraverso momenti di interlocuzione e condivisione".

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Le regioni più a rischio

Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria "presentano un numero di decessi per 100 mila abitanti maggiore della media nazionale - si legge nel rapporto - ma i casi sono distribuiti sull'intero territorio italiano. In totale sono stati registrati su tutto il territorio nazionale quasi 17 mila casi nel periodo 2010-2020. Il numero dei decessi è superiore al numero atteso sulla base della media regionale in 375 comuni: si tratta di territori con cantieri navali, poli industriali, ex industrie del cemento-amianto, ex cave di amianto".

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