Secondo le tendenze identificate dall'ultimo bollettino dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la variante Kraken (XBB.1.5), dopo mesi di dominio assoluto, è in ritirata ed è responsabile ormai soltanto dell'11,6% dei contagi globali, sostituita, come variante dominante, da Arturo (XBB.1.16) al 18,4%. La novità delle ultime settimane è la variante EG.5 che ormai affianca Kraken ed è ulteriormente in crescita
In pochissimo tempo la nuova variante del Covid Eg.5, in circolazione anche in Italia, è diventata una delle più diffuse al mondo. Ribattezzata Eris dal pool di esperti internazionali che monitora le varianti di Sars-Cov-2, secondo il Daily Mail nel Regno Unito rappresenta circa l'11,8% dei casi di Covid-19, ma anche negli Usa, dove ha preso il sopravvento sulle altre e la sua circolazione è in crescita. Secondo gli esperti Eg.5.1 ha alcune caratteristiche particolari: presenta un vantaggio di crescita rispetto ad altri lignaggi circolanti ed è immuno-evasiva, ma è ancora da valutare se provochi casi clinicamente più gravi. Il nome Eris deriva dal pianeta nano scoperto nel 2003, uno dei più grandi conosciuti nel nostro sistema solare, chiamato così in onore dell'antica dea greca della discordia.
I dati dell'Oms
Secondo le tendenze identificate dall'ultimo bollettino dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, cambia quindi lo scenario delle varianti di SarsCoV2 circolanti nel mondo. La variante Kraken (XBB.1.5), dopo mesi di dominio assoluto, è in ritirata ed è responsabile ormai soltanto dell'11,6% dei contagi globali, sostituito, come variante dominante, da Arturo (XBB.1.16) al 18,4%. La novità delle ultime settimane è la variante EG.5 che ormai affianca Kraken ed è ulteriormente in crescita. La variante EG.5, inserita due settimane fa tra le varianti sotto osservazione dall'Oms, è quella che nel mondo ha presentato un più alto tasso di crescita, raddoppiando il suo peso relativo in meno di un mese.
leggi anche
Covid, svelato mistero degli asintomatici: merito di variante genetica
Dove è diffusa EG.5
In realtà però, la prevalenza delle varianti risente dell'andamento dei contagi a livello globale. EG.5 infatti ha ampia diffusione nella regione del Pacifico Occidentale, che comprende Estremo Oriente e Oceania, dove al momento si conta l'82% dei contagi globali, ma è poco presente nel resto del mondo. Non è al momento chiaro se l'aumento dei contagi nel Pacifico Occidentale sia connesso alla diffusione di EG.5 e a una sua potenziale maggiore capacità di eludere il sistema immunitario. Secondo l'Oms, "l'immunità della popolazione dalla vaccinazione e dalla precedente infezione da SarsCoV2 è tra i fattori che contribuiscono all'eterogeneità osservata nella dinamica della circolazione delle varianti". L'Oms avverte inoltre che i dati vanno interpretati con estrema cautela. L'affidabilità delle rilevazione sulle varianti potrebbe infatti risentire della riduzione dell'attività di tracciamento in tutto il mondo: se nel mese di gennaio 2023 erano quasi 100mila le sequenze depositate nel database Gisaid, a luglio sono state 8.662.
leggi anche
Covid, anticorpi e cellule T proteggono guariti per 2 anni. Lo studio
L'esperto: "È già una sorvegliata speciale"
"Sembra che parleremo un bel po' di Eg.5.1 in quanto sta aumentando in modo significativo in molti luoghi. Per facilitare la comunicazione, useremo il soprannome 'Eris' per Eg.5.1", ha scritto su Twitter Ryan Gregory, professore al Dipartimento di biologia dell'Università di Guelph (Ontario), uno degli scienziati più attivi sul fronte delle varianti e autore del soprannome Kraken per la sottovariante Omicron Xbb.1.5, dal mitologico mostro marino con lunghi tentacoli. "Il fatto che sia stata rinominata Eris - precisa il biologo parlando di Eg.5.1 - non significa che ci aspettiamo che da sola causi un'ondata" di Covid-19. Ma Eris è già 'sorvegliata speciale'.