In Italia rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Quasi 150mila italiani ne vengono colpiti ogni anno, e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche gravi
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato
Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’ictus cerebrale, il World Stroke Day, che in Italia rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Quasi 150.000 italiani ne vengono colpiti ogni anno, e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche gravi. La Giornata mondiale dell'ictus è stata istituita nel 2006 dalla World Stroke Organization, nata dalla fusione della World Stroke Federation e dell’International Stroke Society. Il tema di quest’anno è #Precioustime, tema che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sui segnali dell'ictus e sui benefici di una tempestiva assistenza medica d’emergenza. "Minutes can save lives", i minuti possono salvare vite. "Una persona su 4 verrà colpita da ictus nel corso della propria vita, ma ogni minuto è prezioso", viene ribadito proprio dalla World Stroke Organization per l’edizione 2022. (L'INTERVISTA AL PROFESSOR DANILO TONI. VIDEO)
Le parole di A.L.I.Ce. Italia Odv
Quando parliamo di ictus ogni minuto è fondamentale. Lo ribadisce anche A.L.I.Ce. Italia Odv, l’Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale italiana. Più velocemente si interviene, migliori possono essere i risultati ottenuti grazie alle terapie disponibili. Alcuni segnali però, possono metterci in guardia su una sua possibile manifestazione: debolezza da un lato del corpo, bocca storta, difficoltà a parlare o comprendere, vista sdoppiata o campo visivo ridotto, mal di testa violento e improvviso, insorgenza di uno stato confusionale, o non riuscire a coordinare i movimenti, né a stare in equilibrio. "Se compare dunque anche uno solo dei sintomi precedentemente illustrati, è necessario chiamare subito il 112 o il 118. È fondamentale che la persona venga portata il più rapidamente possibile negli ospedali. Solo così si può pensare di ridurre il rischio di mortalità ed evitare ictus particolarmente gravi, cercando di limitare danni futuri e, in particolare, le conseguenze di disabilità, molto spesso invalidanti, causati da questa malattia", ha dichiarato Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv. Secondo Vianello, l’80% di tutti gli episodi può essere evitato, partendo proprio da alcune modifiche al proprio stile di vita, e facendo attenzione ad alcune patologie che possono esserne la causa. La finestra temporale per intervenire è tra le prime 4,5 ore, massimo 6. "A.L.I.Ce. Italia Odv è da sempre impegnata in campagne di informazione per favorire la conoscenza dell’ictus cerebrale e dei fattori di rischio che ne favoriscono l’insorgenza", ha concluso Viannello.
approfondimento
Ictus, il gruppo sanguigno 0 associato a meno rischi. Lo studio
I fattori di rischio
Sono circa 1 milione le persone in Italia ad aver avuto un ictus e ad essere sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti. Tuttavia il fenomeno è in crescita. Tra i principali fattori di rischio non modificabili ci sono il genere, l’età e la familiarità, mentre tra i fattori modificabili ci sono la sedentarietà, il tabagismo, una scorretta alimentazione, il sovrappeso e l’obesità, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie, il diabete mellito, la fibrillazione atriale, le cardiopatie e le vasculopatie. La prevenzione rappresenta l’arma più efficace per ridurre i casi di ictus e di altre malattie cardio-cerebrovascolari, e si basa essenzialmente sull’adozione e sul mantenimento di stili di vita salutari, nonché sull’identificazione precoce e sull’adeguata gestione di eventuali fattori che aumentano il rischio di ictus.