Dai test nazionali sul progresso educativo è emerso che le prestazioni dei bambini di nove anni nelle due materie sono scese ai livelli di 20 anni fa
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Negli Stati Uniti, i danni causati dal Covid sono stati gravi non solo sul piano sanitario, ma anche su quello sociale. In particolare, il settore dell’istruzione ha risentito parecchio delle restrizioni introdotte per affrontare l’emergenza, alla quale le scuole non erano lontanamente preparate. L’entità di quanto avvenuto è però diventata chiara solo di recente, in seguito alla pubblicazione dei test nazionali sul progresso educativo.
Un calo vertiginoso in matematica e lettura
Da quest’ultimi, come riportato dal New York Times, è emerso che la pandemia ha cancellato ben due decenni di progressi in matematica e lettura. Le prestazioni dei bambini di nove anni nelle due materie, infatti, sono scese ai livelli di 20 anni fa. Il calo ha riguardato tutte le etnie e i livelli di reddito ed è stato nettamente peggiore per gli studenti con i risultati più bassi. Nei test di matematica, per esempio, gli studenti afroamericani hanno visto il proprio punteggio scendere di 13 punti, otto in più rispetto a quelli persi dagli studenti bianchi. L’emergenza Covid ha quindi ampliato il divario tra i due gruppi e al momento è difficile stabilire quanto tempo potrebbe essere necessario per colmare questo gap.
Le possibili conseguenze
I risultati dei test indicano che la maggior parte dei bambini statunitensi con nove anni di età è in grado di capire almeno parzialmente quello che legge, ma solo pochi di essi riescono a interpretare correttamente le sfumature più complesse di un testo, come i sentimenti di un personaggio, per esempio. Per quanto riguarda la matematica, molti studenti conoscono le basi dell’aritmetica, ma si trovano in difficoltà quando devono ridurre le frazioni al minimo comune denominatore.
Come spiegato da Susanna Loeb, la direttrice dell’Istituto Annenberg presso la Brown Univesity, i risultati di questi test possono essere usati per prevedere il futuro accademico degli alunni con una certa precisione. Secondo l’esperta, l’ulteriore calo delle prestazioni per gli studenti che già ottenevano i risultati più bassi non promette bene, perché potrebbe tradursi nell’abbandono prematuro della scuola.