In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

La malattia di Lyme colpisce più di una persona su 7 nel mondo: lo studio

Salute e Benessere

Trasmessa dalle zecche, la malattia è sempre più diffusa anche a causa del clima caldo. Lo ha segnalato uno studio di revisione, pubblicato sulla rivista “BMJ Global Health”, che ha passato in rassegna i dati relativi ad 89 ricerche sul tema condotte tra il gennaio 1984 ed il dicembre 2021. I dati riguardavano campioni di sangue provenienti da oltre 150.000 persone

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato

 

 

Più di una persona su 7, a livello globale, ha contratto la malattia di Lyme, patologia che viene trasmessa dalle punture di zecche (appartenenti, in particolare, al genere Ixodes) e che, anche a causa delle temperature sempre più calde potrebbe diffondersi sempre di più nel mondo. Lo ha segnalato uno studio pubblicato sulla rivista “BMJ Global Health”.

Il batterio che causa la malattia di Lyme

Nell’ambito della malattia, quando una zecca infetta morde un animale o una persona può trasmettere un batterio chiamato Borrelia burgdorferi, causa principale della malattia di Lyme. La stessa che ha colpito il cantante Justin Bieber che, di recente, ha annunciato ai propri fan che dovrà prendersi una pausa dal tour musicale che lo stava portando in giro per Canada e Stati Uniti. La popstar, infatti, due anni fa aveva rivelato di essere affetto dal morbo di Lyme, malattia che si era sovrapposta a una mononucleosi cronica. I sintomi della malattia, tra cui febbre, mal di testa, eruzione cutanea e debolezza, possono insorgere a partire da alcuni giorni e fino ad alcune a settimane dopo il morso. La malattia, solitamente, può essere trattata con antibiotici ma senza un intervento specifico l'agente patogeno che la scatena può anche causare danni di lunga durata e infiammazioni in tutto l’organismo.

Il tasso globale di infezione pari al 14,5%

Per analizzare i risvolti di questa patologia, Yan Dong, esperto della Kunming Medical University in Cina, ha coordinato un team di studiosi nell’analisi dei dati relativi ad 89 studi condotti tra il gennaio 1984 ed il dicembre 2021. I dati riguardavano campioni di sangue relativi ad un totale di oltre 150.000 persone. Nel dettaglio i ricercatori hanno di esaminare la presenza di anticorpi contro B. burgdorferi presenti nel sangue, un parametro che indica proprio un'infezione della malattia di Lyme. I risultati raccolti dai ricercatori hanno segnalato che il tasso globale di infezione da malattia è pari al 14,5% e che ci sono tre aree con il più alto tasso di presenza della patologia, ovvero Europa centrale (20,7%), Asia orientale (15,9%) ed Europa occidentale (13,5%). Mentre i tassi più bassi sono stati riscontrati nei Caraibi, nell'Asia meridionale e in Oceania (sotto il 5%), con il Nord America che ha fatto segnalare un tasso di infezione leggermente superiore al 9%. Lo studio di revisione ha inoltre dimostrato che le infezioni da malattia di Lyme sono diventate sempre più comuni con il trascorrere degli anni. Tra le spiegazioni, anche quella legata al clima sempre più caldo che può consentire alle zecche di diffondersi in nuove aeree e prolungare la loro vita, incrementando così la possibilità di infezione. Secondo gli autori della ricerca, “questi risultati indicano che la prevalenza di B. burgdorferi nel 2010-2021 è stata superiore a quella del 2001-2010”, osservando che estati più lunghe, inverni più caldi e cambiamenti nelle precipitazioni potrebbero influire sulla distribuzione delle zecche.

approfondimento

Justin Bieber e la malattia di Lyme: "Sto peggiorando". Stop al tour