Allergia alle arachidi, un nuovo studio apre la strada al trattamento con microaghi

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Potrebbe migliorare significativamente la desensibilizzazione, fornendo una maggiore protezione da gravi reazioni allergiche per milioni di persone. A indicarlo una ricerca condotta su cavie dall'Università del Michigan

 

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Un nuovo studio dell'Università del Michigan apre la strada all'utilizzo dei microaghi nel trattamento dell'allergia alle arachidi: potrebbe migliorare significativamente la desensibilizzazione, fornendo una maggiore protezione da gravi reazioni allergiche per milioni di persone. È quanto emerso da una ricerca condotta su cavie, su cui è stato testato l'effetto di un timbro a microaghi rivestito di arachidi, applicato per cinque minuti alla settimana per cinque settimane.

I risultati

I risultati del lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica Immunotherapy, suggeriscono che questo trattamento sembra portare maggiori tassi di desensibilizzazione all'allergia alle arachidi rispetto all'Epit (l'immunoterapia epicutanea) che, invece, richiede circa due mesi di trattamento per ottenere la protezione. Inoltre, nel trattamento con microaghi è stata utilizzata una dose di proteine di arachidi 10 volte inferiore alla quantità erogata dalla Epit. "Sebbene i nostri risultati preclinici provengano da studi su modelli animali, dimostrano il potenziale dei microaghi di arachidi per migliorare l'immunoterapia degli allergeni alimentari attraverso la pelle", ha spiegato Jessica O'Konek, autrice senior dell'articolo.

Allergia alla nocciola, isolata una proteina che ne causa i sintomi

Secondo il Registro Europeo dell'anafilassi, che contiene i dati di bambini e adolescenti di dieci Paesi europei, tra cui anche l'Italia, l'arachide è il primo alimento ad essere causa di reazioni allergiche severe nei bambini in età scolare, seguito dalla nocciola.
Tra gli ultimi risultati del settore, un team di esperti dell'ospedale infantile Regina Margherita, parte della Città della Salute di Torino, ha identificato e isolato una proteina allergenica che potrebbe velocizzare la diagnosi di allergia alla nocciola. Si tratta dell'oleosina. Grazie alla sua scoperta secondo il team di ricerca sarà più facile capire chi risulta allergico alla nocciola. È sufficiente, infatti, che i pazienti risultino negativi ai test attualmente disponibili, che non consentono di identificare allergie alle oleosine.

BAMBINO CON FAZZOLETTO PER ALLERGIA ALL' APERTO INVERNO (MILANO - 2003-03-12, Duilio Piaggesi) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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