Acne sul viso: allo studio una possibile alternativa agli antibiotici

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Un team di ricercatori dell'Università di Anversa ha testato l'utilizzo di probiotici per alterare l'insieme di batteri e altri microrganismi che risiedono sulla pelle

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Un team di ricercatori dell'Università di Anversa sta studiando una possibile alternativa all'utilizzo degli antibiotici topici nel trattamento dell'acne sul viso, una malattia della pelle molto diffusa, che colpisce l'80% degli adolescenti.
Questi farmaci, infatti, tendono ad essere utilizzati per un periodo di tempo prolungato, contribuendo al problema della resistenza agli antibiotici. Per ovviare a questo problema, i ricercatori hanno proposto e testato l'utilizzo di probiotici per alterare l'insieme di batteri e altri microrganismi che risiedono sulla pelle.

Lo studio nel dettaglio

In particolare, come descritto sulle pagine della rivista specializzata Cell Reports Medicine, gli studiosi si sono focalizzati sui lattobacilli, un gruppo di batteri solitamente associati all'intestino e al tratto urogenitale piuttosto che alla pelle.
"Questi batteri hanno benefici ben documentati e producono acido lattico come molecola antimicrobica ad azione ampia che può inibire la crescita e l'attività di un'ampia gamma di batteri concorrenti. Spesso possono anche ridurre l'infiammazione in diverse condizioni. Pertanto, sospettavamo potessero funzionare per lo scopo che ci proponevamo anche se non sono molto abbondanti sulla pelle", ha spiegato la coordinatrice del team di ricerca Sarah Lebeer.

Messa a punto una crema con microcapsule

Nel corso dello studio, gli studiosi hanno selezionato tre ceppi di lattobacilli, utilizzando lo screening del genoma e funzionale per valutarne la robustezza, la sicurezza e le interazioni previste del sistema immunitario: Lacticaseibacillus rhamnosus GG, L. plantarum WCFS1 e Lactiplantibacillus pentosus KCA1.
Il team di ricerca ha poi messo a punto una crema con microcapsule contenenti i microrganismi per rendere i batteri adatti all'applicazione topica.
L'effetto della crema è stato testato in uno studio pilota e in uno randomizzato (controllato con placebo) che ha coinvolto persone con acne da lieve a moderata, a cui è stato chiesto di applicare la crema su base giornaliera.
Dai test è emerso che la crema ha ridotto con successo le lesioni infiammatorie sulla pelle e modulato il microbioma cutaneo, riuscendo a ridurre in parte anche il tasso di stafilococchi e batteri che si pensa perpetuino l'acne. Al termine del trattamento, la riduzione dei sintomi dell'acne è persistita per diverse settimane. I ricercatori sono così giunti alla conclusione che il trio di batteri selezionato potrebbe agire, almeno in parte, modulando il sistema immunitario.

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