La rivista scientifica ha ricostruito quanto accaduto nelle ultime settimane, liquidando la vicenda come un probabile errore dovuto a una contaminazione in laboratorio tra campioni
La variante Deltacron del coronavirus Sars-CoV-2 non è mai esista. È questa la conclusione cui è giunta la rivista scientifica Nature, che in un articolo pubblicato sul suo sito ha ricostruito quanto accaduto nelle ultime settimane, liquidando la vicenda come un probabile errore dovuto a una contaminazione in laboratorio tra campioni. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
Le sequenze erano un errore di laboratorio
La comunità scientifica è giunta alla conclusione che le sequenze depositate nella banca dati internazionale Gisaid a inizio gennaio dal virologo cipriota Leondios Kostrikis non sarebbero il risultato della ricombinazione genetica tra Delta e Omicron, ma una semplice contaminazione fra campioni del virus, avvenuta in laboratorio.
La rivista, in particolare, mette in guardia dalla diffusione di informazioni non verificate dalla comunità scientifica. “Sebbene alcuni ricercatori applaudano al sistema per aver individuato rapidamente un possibile errore nel sequenziamento, altri avvertono che gli eventi dovrebbero servire da avvertimento sulla diffusione della disinformazione durante la pandemia”, precisa la testata, sottolineando come 72 ore dopo la pubblicazione delle sequenze sulla banca dati internazionale Gisaid, le stesse siano state rimosse dai ricercatori ciprioti che le avevano inizialmente caricate “in attesa di nuove indagini”.
La vicenda della variante Deltacron
A inizio gennaio, un gruppo di ricerca dell'università cipriota di Nicosia aveva annunciato la scoperta di una possibile nuova variante del coronavirus Sars-CoV-2, battezzata Deltacron, che sembrava essere un mix tra i ceppi Delta e Omicron. Lo stesso team aveva provveduto a caricare una cinquantina di sequenze genetiche sulla banca dati internazionale, rimosse pochi giorni dopo. La risposta della comunità scientifica era però stata rapida e in molti avevano ipotizzato che fosse in realtà il risultato della contaminazione tra campioni. Tra questi anche Krutika Kuppalli, dell'università del Sud California e membro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). "Non esiste una cosa chiamata Deltacron. Omicron e Delta non hanno formato una super variante", aveva scritto Kuppalli in un Tweet. Ma nonostante la rapidità di risposta della comunità scientifica, la notizia della nuova variante ha trovato ampio risalto sui media.