Sla, l'analisi del metabolismo fornisce nuove informazioni sulla prognosi. Lo studio

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I risultati di una ricerca coordinata dal Centro Clinico NeMO di Milano potrebbero aprire la strada allo sviluppo di nuovi trattamenti farmacologici che portino ad una modifica dell’assetto metabolico per rallentare la progressione della malattia

Uno studio multicentrico coordinato dal Centro Clinico NeMO di Milano ha dimostrato che il metabolismo energetico e la nutrizione dei pazienti con Sclerosi laterale amiotrofica offrono informazioni cruciali sulla prognosi della malattia, cioè il tempo della sopravvivenza del paziente al decorso naturale della patologia.
I risultati della ricerca, condotta in collaborazione con l'Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, l'Irccs Ospedale San Raffaele e le Università francesi di Limoges e Tours, potrebbero aprire la strada allo sviluppo di nuovi trattamenti farmacologici che portino ad una modifica dell’assetto metabolico per rallentare la progressione della malattia.

Lo studio nel dettaglio

Per compiere lo studio, pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry, il team di ricerca ha analizzato il quadro clinico e la progressione della Sla su un campione composto 847 pazienti, con un'età media di insorgenza della malattia tra i 63 e i 79 anni, misurando il consumo metabolico dei partecipanti in situazione di riposo. Dall'analisi è emerso che una condizione di ridotto consumo energetico basale (ipometabolismo), riscontrabile in circa il 10% dei partecipanti, sarebbe associata a una progressione più lenta della malattia. L'ipermetabolismo (nel 30% dei partecipanti), sarebbe, invece, correlato a una progressione più rapida della Sla.
Come spiegato dai ricercatori, l'assetto metabolico ha, dunque, "conseguenze dirette su tappe impattanti per un paziente Sla, come gastrostomia e ventilazione (invasiva e non)".
In particolare, l'analisi ha rivelato che nei pazienti ipometabolici l'intervallo tra esordio dei sintomi e l'inizio della ventilazione invasiva è di circa 6 anni. Mentre negli negli iper e normo metabolici è di 2-3 anni.
I risultati hanno confermato che questo tipo di analisi dovrebbe essere introdotta in tutti i centri e "sono preziosi perché contribuiscono a confermare come lo stato metabolico basale possa diventare un utile biomarcatore per l'analisi e la progressione della Sla", ha spiegato Christian Lunetta, del Centro Clinico NeMO di Milano.

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