Covid, gli anestesisti: “Verso +70% di ricoveri nelle intensive in 2/3 settimane”

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Nelle prossime “2-3 settimane ci aspettiamo un aumento del 70% dei posti letto occupati in intensiva da malati Covid, raggiungendo così circa 1700 pazienti ricoverati nelle terapie intensive”. Lo ha riferito, in un’intervista concessa all’agenzia Ansa, Alessandro Vergallo, presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac). Ma l’aumento dei posti letto è “irrealistico”: servirebbero misure di “contenimento sociale” come il “lockdown stringente per i non vaccinati”, ha detto

Analizzando il trend attuale dei contagi e dei ricoveri in Italia (solo ieri sono stati 24.259 i positivi ai test Covid, con 97 decessi), “nelle prossime 2-3 settimane ci aspettiamo un aumento del 70% dei posti letto occupati in intensiva da malati Covid, raggiungendo così circa 1700 pazienti ricoverati nelle terapie intensive”. Lo ha riferito, in un’intervista concessa all’agenzia Ansa, Alessandro Vergallo, presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac). Attualmente, ha spiegato, i posti in intensiva “sono 9 mila, ma non tutti effettivi, e ne sono occupati circa mille”. Però, ha continuato, “è irrealistico pensare di poterne aumentare il numero ulteriormente perchè mancano i medici. Non è questa la soluzione, non si può spremere ancora il sistema”, ha aggiunto, lanciando un monito.

Anestesisti: “Lockdown stringente per i non vaccinati”

Quale dunque, secondo gli anestesisti, la soluzione migliore per affrontare "la prevedibile crescita dell'ondata pandemica”? Secondo Vergallo non consiste “nell'aumentare all'infinito i posti di terapia intensiva e area medica, bensì nell'adottare misure di contenimento sociale più drastiche per frenare la circolazione del virus, come il lockdown stringente per i non vaccinati”, ha sottolineato. “Abbiamo poco tempo per agire con misure più restrittive e prevenire un aumento di casi e ricoveri. Al contrario, c'è stato un allentamento dei comportamenti prudenti, anche per l'avvicinarsi delle feste”, ha riferito ulteriormente.

La minaccia di sciopero

Data la situazione, ha concluso l’esperto, “non escludiamo azioni di protesta dei medici anestesisti e di Pronto soccorso, fino allo sciopero, se la politica continuerà a proporre la moltiplicazione dei posti letto in terapie intensiva e area medica come unica soluzione per fare fronte al peggioramento dell'ondata pandemica, incurante della carenza cronica degli organici medici e delle condizioni di lavoro dei sanitari”, ha sottolineato il presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani. “In altre parole, non è possibile 'spremere' ulteriormente il sistema ospedaliero, viste le condizioni attuali e la mancanza di medici. Quindi se questo gioco al rialzo continuerà, non escludiamo azioni di protesta molto forti”, ha ribadito.

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