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Alternare più antibiotici può far diminuire il rischio di resistenze: lo studio

Salute e Benessere
©Ansa

Lo ha sottolineato un lavoro di ricerca condotto dagli studiosi di differenti istituti, tra cui l'Università di Kiel in Germania. Secondo gli esperti alternare l'uso di differenti antibiotici durante un singolo ciclo di terapia, potrebbe permettere di eliminare o comunque aggirare le resistenze a questi farmaci, ad oggi uno dei più significativi problemi legati alla salute pubblica mondiale

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Una scelta solo apparentemente semplice, come quella di alternare l'uso di tre differenti antibiotici durante un singolo ciclo di terapia, scegliendo di passare all’utilizzo dell'uno e dell'altro ogni 3 giorni, potrebbe permettere di eliminare o comunque aggirare le resistenze a questi farmaci, ad oggi uno dei più significativi problemi legati alla salute pubblica mondiale. Lo ha sottolineato uno studio preclinico, i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista “eLife”, secondo il quale questo approccio potrebbe mutare le sorti delle terapie antibiotiche, con un impatto non indifferente a livello globale.

L’idea alla base dello studio

Lo studio, condotto da Hinrich Schulenburg dell'Università di Kiel in Germania e da studiosi di altri istituti, è riuscito a sottolineare come, alternando nel giro di pochi giorni tre diversi antibiotici appartenenti ad una stessa classe, quella dei betalattamici, è possibile eliminare 5 volte più velocemente un batterio che causa polmonite e infezioni di ferite, ovvero la “Pseudomonas aeruginosa”. Il principio da cui sono partiti i ricercatori è quello riferito ad una prassi abituale in ambito medico, ovvero quella di modificare terapia antibiotica nel caso in cui la prima scelta e poi somministrata dovesse fallire nell’eliminare un'infezione. Solitamente però, hanno spiegato gli studiosi, tale approccio terapeutico si prende in considerazione dopo un ciclo completo a base di antibiotico. Ma secondo i ricercatori tedeschi la stessa modalità, seppur in una forma “accelerata”, avrebbe potuto funzionare allo stesso modo contro le resistenze antibiotiche. L'idea, una volta compiuta la ricerca, si è rivelata azzeccata, almeno per quanto riguarda gli esperimenti eseguiti in provetta. La possibilità, hanno spiegato i ricercatori, è che lo stesso successo possa essere riscontrato una volta testato sui pazienti.

Kyriakides: “Resistenza antibiotici è pandemia silenziosa”

La resistenza agli antibiotici è una “pandemia silenziosa”, oltre che una “minaccia sempre presente” che andrebbe inserita in un accordo internazionale sulla preparazione e la risposta alle pandemie. Proprio sul tema dell’antibiotico-resistenza si è espressa, nelle scorse ore, Stella Kyriakides, commissaria Ue alla salute intervenendo al G20 di Roma. Lo stesso, ha affermato Kyriakides, potrà dare il suo contributo per fornire risposte globali alla pandemia, “condividendo le informazioni, in particolare un rilevamento più rapido e un'allerta precoce, rafforzando la ricerca e garantendo il flusso delle merci nelle catene di approvvigionamento globali”. La commissaria ha poi ribadito il “pieno sostegno” dell'Ue ad un “accordo internazionale sulla preparazione e la risposta alle pandemie", raccomandando di includere anche “disposizioni sulla resistenza antimicrobica”.

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