Depressione, non solo farmaci ma serve ambiente favorevole: lo studio
Salute e BenessereLo ha sottolineato un lavoro di ricerca italiano, che ha visto coinvolti gli esperti dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Università di Pisa. E’ emerso come, per curare la depressione, il trattamento farmacologico in sé non sia sufficiente da solo, ma sia necessario per il paziente anche la possibilità di vivere in un ambiente esterno "favorevole", dal momento che i fattori ambientali, in particolare quelli economici, possono influire, riducendo l'effetto protettivo degli antidepressivi
Per curare la depressione il trattamento farmacologico in sé non è sufficiente, ma è necessario per il paziente anche la possibilità di vivere in un ambiente esterno "favorevole", dal momento che i fattori ambientali, in particolare quelli economici legati ad esempio a crisi o disoccupazione, possono influire molto, riducendo l'effetto protettivo degli antidepressivi. È questo, in sostanza, il risultato di uno studio italiano, portato a termine dai ricercatori dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Università di Pisa, pubblicato sulla rivista “Journal of nervous and mental disease”.
Il rapporto tra prescrizione di antidepressivi, crisi economiche e salute mentale
Lo studio, condotto sui dati dell’Istituto Nazionale di Statistica e dell’Agenzia Italiana del Farmaco, come si legge anche in un comunicato diffuso sul sito dell’UniMore, si è concentrato in particolare sul rapporto tra prescrizione di antidepressivi, crisi economiche e salute mentale. In Italia, hanno rivelato gli esperti, è stato riscontrato che i periodi di grave crisi economica sono caratterizzati da un aumento dei disturbi psichici, nello specifico della depressione. Si tratta di un dato documentato sia durante la crisi iniziata nel 2008, che, più di recente, anche con l’arrivo della pandemia legata al Covid-19. Tutti periodi nei quali, tra l’altro, è stato registrato un aumento delle prescrizioni di farmaci antidepressivi.
L’importanza delle “variabili ambientali”
La ricerca, dunque, ha potuto sottolineare che il potenziale effetto protettivo dei farmaci antidepressivi può anche essere affievolito da periodi di grave crisi economica, ad esempio nei casi in cui si verifichi un rapido aumento del tasso di disoccupazione. Lo studio, ha detto Valentina Sacchi dell’Univeristà di Modena e Reggio Emilia, “è tra i primi ad indicare, nel nostro Paese, come la maggiore prescrizione di farmaci antidepressivi sia associata, a livello di popolazione, ad una funzione protettiva nei confronti dei disturbi depressivi" e di eventuali episodi autolesionistici “nella maggioranza delle fasce di età”. Un effetto protettivo, ha ribadito il dottor Giorgio Mattei, psichiatra e dottore di ricerca in Lavoro, Sviluppo e Innovazione, che “si riduce nelle fasce di popolazione maggiormente colpite dalle crisi economiche, che possono provocare aumento della disoccupazione o, in tempi più recenti, blocco di alcuni settori produttivi connesso alla necessità di contenere la pandemia”. Lo studio, hanno spiegato in conclusione i ricercatori, mostra quindi come “le variabili ambientali, in particolare quelle di tipo economico, possano impattare sulla salute psichica in modo maggiore, rispetto al trattamento farmacologico antidepressivo”.