Project Discovery, un videogioco che aiuta la ricerca sul coronavirus

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Si tratta di un minigioco a missioni presente dallo scorso giugno su EVE Online, in cui gli utenti sono chiamati a utilizzare dati reati per contribuire alla comprensione della risposta del sistema immunitario al Sars-CoV-2

La pandemia di Covid-19 ha scatenato un'ondata senza precedenti di ricerca per studiare la malattia e il virus da cui è causata, seguirne la diffusione e identificare trattamenti utili per contrastarlo. Tutti obiettivi affidati alla comunità scientifica internazionale, che dallo scorso giugno può contare anche sull'aiuto dei gamer di tutto il mondo.  
Da diversi mesi, infatti, la numerosa community di EVE Online, un popolare gioco online fantascientifico, sta contribuendo alla ricerca contro il Covid-19, tramite  Project Discovery: un minigioco a missioni in cui i giocatori sono chiamati a utilizzare dati reati ottenuti attraverso la citometria a flusso (una tecnica utilizzata in biomedicina per rilevare e misurare le caratteristiche fisiche e chimiche delle cellule) per contribuire alla codifica del virus e alla comprensione della risposta del sistema immunitario al Sars-CoV-2.

Le regole del gioco

Le regole del gioco, accessibile a tutti, sono spiegate dall'avatar del Dottor Andrea Cossarizza, Professore di Immunologia presso l'Università di Caille, che accompagna i videogiocatori nelle diverse missioni di Project Discovery.
I gamer hanno a disposizione uno strumento per contrassegnare i gruppi cellulari presenti nel sangue, seguendo le indicazioni di Cossarizza. In particolare, disegnando poligoni attorno a gruppi di cellule, possono aiutare gli scienziati a capire come le differenti popolazioni e tipi di cellule vengano alterate a causa del nuovo coronavirus e a riconoscere le unità cellulare coinvolte durante il processo di difesa che l'organismo innesca per combattere Sars-Cov-2.
"Chi gioca, in realtà fa sul serio, combatte il virus, deve seguire le mie indicazioni per le analisi, se sbaglia ricomincia da capo. Questo lavoro contribuisce a generare un algoritmo che a sua volta istruisce il software del gioco a eseguire analisi e identificare automaticamente le popolazioni cellulari di interesse", ha spiegato il Professore Cossarizza. "In pratica insegnando agli umani per insegnare a una macchina potremo gestire un patrimonio di informazioni sempre più dettagliate e sempre più numerose, fondamentali al progresso della ricerca".

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