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Covid, in arrivo il vaccino di Johnson & Johnson: come funziona

Salute e Benessere

A confermarlo, la richiesta formale di autorizzazione condizionale all'immissione in commercio del vaccino, ricevuta dall’European Medicines Agency. ll comitato per i medicinali destinati ad uso umano (CHMP) “potrebbe emettere un parere entro la metà di marzo 2021, a condizione che i dati dell'azienda sull'efficacia, la sicurezza e la qualità del vaccino siano sufficientemente completi e solidi”, segnala l’Ema

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Dopo i vaccini prodotti e sviluppati da BioNTech / Pfizer, Moderna e AstraZeneca, potrebbe essere presto disponibile anche quello del gruppo Janssen che fa parte della società farmaceutica multinazionale statunitense Johnson & Johnson. A confermarlo l’European Medicines Agency (Ema) che, attraverso un comunicato ufficiale, ha spiegato di aver ricevuto una richiesta formale di autorizzazione condizionale all'immissione in commercio del vaccino (Cma), una procedura di autorizzazione rapida per accelerare l'approvazione di trattamenti e vaccini durante le emergenze di salute pubblica nell'Unione Europea. “Il comitato per i medicinali destinati ad uso umano (CHMP) dell'Ema valuterà il vaccino, noto come ‘Covid-19 Vaccine Janssen’, secondo un processo accelerato. Il comitato potrebbe emettere un parere entro la metà di marzo 2021, a condizione che i dati dell'azienda sull'efficacia, la sicurezza e la qualità del vaccino siano sufficientemente completi e solidi”, scrivono gli esperti. Ma come funziona esattamente questo vaccino?

Come funziona il vaccino

Il vaccino di Janssen, si legge nel comunicato dell’Ema, agisce preparando il corpo a difendersi contro la malattia del Covid-19. “È costituito da un altro virus (un adenovirus) che è stato modificato per contenere il gene per la produzione della proteina spike di Sars-CoV-2. Si tratta di una proteina presente sulla superficie del virus stesso e di cui il virus ha bisogno per entrare nelle cellule del corpo”, spiega l’Ema. Una volta somministrato, il vaccino rilascia il gene della proteina spike del virus Sars-CoV-2 nelle cellule del corpo. Le cellule useranno quindi il gene per produrre la proteina spike. Il sistema immunitario del paziente, così, riconoscerà questa proteina come estranea e produrrà anticorpi, attivando le cellule T (globuli bianchi) per attaccarla. “Se, in seguito, il paziente entra in contatto con il virus Sars-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà le proteine ​​presenti sul virus e sarà pronto a difendere il corpo da esso”, sottolineano gli esperti, specificando poi anche che “l'adenovirus contenuto nel vaccino non può riprodursi e non causa malattie”.

Una sola dose

“Una sola dose, nessun problema di temperatura di conservazione: a 2/8 gradi è stabile per tre mesi, a -20 gradi per due anni. È stato testato in modo particolare sui malati che avevano altre patologie, tra cui obesità, diabete, tumori, Hiv. Risultato: una copertura del 100% contro il rischio di ospedalizzazione o morte, dell’85% contro le forme gravi di Covid”. Con queste parole, in un’intervista concessa qualche giorno fa al “Corriere della Sera”, Massimo Scaccabarozzi, presidente e ad di Janssen Italia che fa parte del colosso Johnson & Johnson, aveva raccontato le caratteristiche del vaccino prodotto dalla società farmaceutica multinazionale statunitense. Descrivendone anche la parziale efficacia sulle varianti: “Abbiamo testato il vaccino anche in Sudafrica in un periodo in cui la variante era già in circolazione, e la media sull’efficacia in forme da moderate a gravi si è attestata al 66%”, aveva spiegato.

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