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Covid-19, smart working: lavorare in pigiama danneggia la salute mentale. Lo studio

Salute e Benessere

È quanto emerso da una ricerca australiana, condotta nel pieno del lockdown di aprile e maggio, che ha analizzato gli effetti dell'uso del pigiama durante il lavoro da casa  sulla produttività e sulla salute mentale dei ricercatori

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Non doversi recare ogni giorno in ufficio ha sicuramente dei vantaggi, come il risparmio di tempo e la possibilità di poter conciliare con più facilità lavoro e esigenze personali e di non doversi vestire di tutto punto ogni mattina. Ma quali sono i possibili contraccolpi psicologici dello smart working? Nuovi dettagli in merito arrivano da un nuovo studio australiano condotto dagli accademici del Woolcock Institute of Medical Research di Sydney nel pieno del lockdown di aprile e maggio, che ha analizzato gli effetti che l'uso del pigiama durante il lavoro da casa ha avuto sulla produttività e sulla salute mentale dei ricercatori nei primi mesi di pandemia (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA).

I risultati dello studio

 

Dalla ricerca, pubblicata sulle pagine della  rivista specializzata Medical Journal of Australia, è emerso che coloro che lavoravano da casa in pigiama hanno rivelato, a fronte di una maggiore produttività, peggiori condizioni di salute mentale rispetto a chi, avendo figli piccoli, era indotto a vestirsi più normalmente. Al contrario, gli adulti con bimbi hanno riferito una riduzione della produttiva complessiva.

 

Smart working e produttività

 

Lo studio, condotto su 163 accademici e ricercatori provenienti da varie zone del Paese, suggerisce dunque che "una maggiore percentuale di persone che indossano il pigiama durante le ore di lavoro riporta un declino di salute mentale durante la pandemia rispetto a chi si veste prima di andare al computer". "La dura realtà delle grandi città, con alti costi immobiliari, fa sì che molti accademici e ricercatori non possano permettersi case con studi o aree di lavoro separate", precisano Cindy Thamrin e David Chapman, tra i ricercatori che hanno condotto lo studio. "Quanto alla produttività, la più alta si registra in chi è chiamato a svolgere compiti specifici, come scrivere articoli scientifici, mentre i ricercatori alle prime armi fanno più fatica a destreggiarsi", concludono gli autori.

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