Il piccolo, due anni, è affetto da una grande forma di leucemia. Il cordone è stato donato da una donna siciliana alla clinica Candela di Palermo
Martedì 6 ottobre è partita dalla Banca del sangue cordonale di Sciacca, in Sicilia, la sacca contenente il cordone ombelicale che una madre siciliana ha deciso di donare alla clinica Candela di Palermo e crioconservato nella struttura che fa capo all'Asp di Agrigento. L'organo raggiungerà 'ospedale Albert Florian di Budapest, dove ad attendere la donazione c'è un bambino di due anni affetto da una grave forma di leucemia
La difficoltà nel reperire donatori
Il sangue che si trova nel cordone ombelicale contiene infatti preziose cellule staminali necessarie per curare gravissime patologie del sangue, che possono ancje rappresenta un'alternativa altrettanto efficace e sicura al trapianto di midollo osseo nei casi in cui non si trovi un donatore compatibile. Generalmente, i numeri dicono che per un paziente in attesa di trapianto la probabilità di reperire un donatore compatibile in ambito familiare è pari al 25% circa. Del restante 75%, solo il 35% riesce a reperire un donatore compatibile nei Registri Internazionali di midollo osseo (circa 25 milioni nel mondo, di cui in Italia circa 350.000 ).
La potenzialità delle cellule staminali del sangue placentare
"Il 'miracolo' è fatto di grandi numeri e della condivisione dei dati in tempo reale da un capo all'altro del mondo. - afferma Pasquale Gallerano, direttore della Banca Cordonale - e più si allarga questa rete, più saranno le probabilità di trovare un donatore compatibile per chi ne ha bisogno. Il numero di trapianti di cellule staminali da sangue cordonale continua a crescere - spiega Cordonaro - superando in atto il numero di 40 mila procedure, confermando la grande potenzialità delle cellule staminali del sangue placentare che, per alcuni aspetti, sono da ritenersi persino 'migliori' rispetto a quelle contenute nel midollo osseo. Ad esempio, le cellule staminali presenti nel sangue placentare sono meno aggressive dal punto di vista immunologico. Complessivamente i risultati delle due procedure trapiantologiche sono sovrapponibili se valutate a distanza di tempo".