Covid-19, Crisanti: “No al canto in classe. Può diffondere il virus”

Salute e Benessere

L’esperto ha parlato di un caso negli Stati Uniti in cui una persona positiva ne ha infettate altre 50 cantando in un coro

A causa della pandemia di coronavirus, il nuovo anno scolastico sarà diverso da tutti gli altri. Gli studenti dovranno indossare la mascherina, almeno negli spostamenti negli spazi comuni, rispettare il distanziamento sociale e provare la febbre ogni mattina. L’emergenza sanitaria potrebbe anche determinare la rinuncia ad alcune attività tipiche. Il virologo Andrea Crisanti, per esempio, invita ad accantonare l’idea di cantare in classe nei prossimi mesi. “Negli Stati Uniti, una persona positiva ne ha infettate altre 50 cantando in un coro”, ha spiegato il direttore di Microbiologia dell’Università di Padova nel corso di un intervento ad “Agorà Estate”, su Rai 3. “Le goccioline del respiro hanno un raggio di caduta di due metri, che con il canto può aumentare. Le mascherine possono aiutare ma non so quanto”, ha aggiunto. “Nessuno sa quale sia la distanza minima per cantare insieme in sicurezza”.

 

“La riapertura delle scuole mi preoccupa meno di quella delle aziende”

 

Nel corso del suo intervento, Crisanti ha spiegato che una riapertura della scuola svolta nel pieno rispetto delle misure di sicurezza lo preoccupa meno del ritorno in azienda. “La spinta al profitto può far prendere delle scorciatoie. Inoltre, è difficile controllare capillarmente ogni azienda, mentre nelle scuole c’è una catena di responsabilità più lineare”, ha chiarito l’esperto. “Oggi anno abbiamo circa 8 milioni di malati di influenza, la maggior parte tra i 4 e i 15 anni. Sicuramente oggi un ragazzo malato di influenza fa scattare tutto un meccanismo di protezione anti-Covid, che distoglie tante risorse preziose”. Crisanti spiega di aver sottolineato, assieme ad altri colleghi, la necessità di rendere obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale o, perlomeno, di incoraggiarla fortemente. “Non è però così facile, perché i servizi di vaccinazione sono ancora ingolfati da tutte quelle inevase nei mesi passati”.

 

L’utilità del pool testing

 

Parlando del pool testing, Crisanti ha spiegato che può essere utile contro il Covid-19 in vista della riapertura delle scuole, ma solo fino a quando i positivi continueranno a essere pochi. "Eseguire i pool test - ha sottolineato - significa che invece di fare un tampone singolo io ne metto insieme 10 o 20 e testo tutti insieme. Finché la frequenza dei positivi è molto bassa ha senso, ma quando aumenta la probabilità che io abbia un positivo per pool diventa elevata. Se accade, devo spacchettare tutto ed è molto complesso, perché bisogna rintracciare tutti e ripetere i singoli tamponi”. L’esperto ha poi parlato del numero di tamponi necessari con la riapertura delle scuole. “Se vogliamo convivere col virus, senza arrivare a una trasmissione diffusa, serve almeno triplicarli”. “I test rapidi andrebbero validati. Sono utili perché permettono di avere delle risposte in tempi brevi, ma per farli c’è bisogno di un operatore sanitario che impiega circa 20 minuti a persona. Quindi in un’ora se ne possono fare solo quattro”. Nella stessa quantità di tempo è possibile fare circa 30 tamponi. “A Padova ne facciamo 5.000 al giorno”, ha sottolineato. Parlando del piano presentato al governo per eseguire 300.000 tamponi al giorno, Crisanti ha spiegato che al momento è ancora in fase di valutazione.

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