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Coronavirus, a che punto è la ricerca nell’individuazione del vaccino

Salute e Benessere

Attualmente sono numerosi i team di scienziati e tre le società farmaceutiche al lavoro nella creazione di un efficace metodo di immunizzazione. Ma devono trascorrere dei mesi prima che un vaccino superi i test e poi possa essere somministrato alla popolazione 

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Mentre si aggrava ogni giorno il bilancio dell'epidemia di coronavirus (QUI lo speciale di Sky Tg24), che per il momento ha causato la morte solo di persone con un sistema immunitario già compromesso, scienziati e ricercatori stanno lottando contro il tempo per mettere a punto un vaccino e arginare la diffusione del virus. Per accelerare questo processo, la comunità scientifica mondiale ha potuto contare anche su cospicue donazioni come quella di Jack Ma, il fondatore di Alibaba che ha donato 100 milioni di yuan (poco più di 13 milioni di euro) e quella della fondazione di Bill e Melinda Gates che ha deciso di devolvere 10 milioni di dollari alla lotta contro il nuovo coronavirus. Metà della cifra sarà destinata alla Cina, l'altra metà all'Africa Centers for Disease Control and Prevention, “per aiutare i soccorritori in prima linea in Cina e in Africa a contenere la diffusione del nuovo virus".

La fase iniziale

Ma a che punto è effettivamente il lavoro degli esperti per arginare la diffusione del nuovo coronavirus cinese? Per fare chiarezza sul tema, ci ha pensato il Guardian che in un articolo ha spiegato come siano impegnati in questa fase iniziale alcuni team internazionali che stanno accelerando i loro sforzi per trovare un metodo di immunizzazione efficace. La buona notizia è che i ricercatori al lavoro per produrre un vaccino per il coronavirus di Wuhan ritengono che potrebbero aver già compiuto passi significativi. Ci sono infatti almeno tre società farmaceutiche, nonché team di ricercatori in tutto il mondo, che si stanno adoperando su diversi approcci per la produzione di un vaccino efficace, i cui sforzi hanno ricevuto un input dopo che gli accademici cinesi hanno diffuso la sequenza genetica del virus.

Team al lavoro

In particolare, spiega ancora il Guardian, c’è un team di ricerca del National Institutes of Health (NIH) nel Maryland che ha dichiarato di aver preparato una versione modificata di una sezione chiave del virus per incoraggiare l'organismo a produrre anticorpi contro la malattia. Kizzmekia Corbett, ricercatrice principale di questo gruppo di scienziati, ha affermato che il suo team si è concentrato sulle proteine presenti sulla superficie del virus e che conferiscono la forma caratteristica a corona. Lo stesso processo era stato utilizzato dagli esperti durante l'epidemia di sindrome respiratoria acuta grave (Sars) emersa per la prima volta in Cina nel 2001, un altro coronavirus ritenuto simile al virus di Wuhan. Inoltre la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Cepi) ha annunciato che utilizzerà 11 milioni di dollari all’interno di tre programmi mirati, con la speranza di poter realizzare un vaccino entro 16 settimane, sebbene i test per la verificare poi l’effettiva sicurezza ed efficacia richiederanno molto più tempo.

Le tempistiche per un vaccino

Proprio la corsa contro il tempo spiega perché al momento ancora non esiste un vaccino somministrabile. I ricercatori che lavorano al vaccino contro il virus “2019-nCoV” ritengono, infatti, di poter arrivare ai primi test entro tre mesi. Questo perché un vaccino, molto prima di potere essere iniettato deve superare una complessa serie di valutazioni, prima sugli animali e in seguito sull’uomo. Si tratta di un processo che, come detto, richiede tempo, prima che l’impiego del vaccino possa essere effettivo. Questo perché ogni volta che viene scoperto un nuovo virus, come nel caso di questo coronavirus cinese, i ricercatori devono sostanzialmente iniziare il loro lavoro di analisi da zero. Quando si verificarono i primi casi di Sars in Cina nel 2003, ad esempio, servirono numerosi mesi prima che un vaccino fosse del tutto pronto per svolgere in pieno la sua funzione.