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Virus in Cina, possibile sviluppare un vaccino in pochi giorni

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Ansa)

Grazie alle informazioni diffuse con la pubblicazione online della sequenza genetica del nuovo coronavirus, secondo l’esperto Rino Rappuoli sarebbe già possibile ottenere un vaccino attraverso una tecnica “rapidissima" 

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Contro il nuovo virus che sta minacciando la Cina, ma con i primi casi registrati anche in altri Paesi, potrebbe essere messo a punto un vaccino nel giro di pochi giorni, in modo da provare ad arrestare l’epidemia. L’ipotesi arriva dall’esperto Rino Rappuoli, chef scientist dell’azienda Gsk Vaccine secondo cui “è possibile che in Cina ci si stia già muovendo in questa direzione, ma di questo non ho alcuna conferma diretta”. A favorire il possibile sviluppo di un vaccino è soprattutto la sequenza genetica del nuovo coronavirus 2019-vCoV, ottenuta in tempi rapidi e pubblicata su una piattaforma online.

Online la sequenza genetica del nuovo coronavirus

Continua ad aumentare il numero di vittime registrate a causa del virus cinese che appartiene alla stessa famiglia della famosa Sars e della Mers, ovvero quella dei coronavirus. Le vittime dell’infezione in Cina sono salite a nove, mentre è giunta notizia dei primi casi sospetti anche in Australia e negli Stati Uniti. Tuttavia, grazie alle informazioni già disponibili, basterebbero pochi giorni per sviluppare un vaccino efficace contro il virus. La sequenza genetica di 2019-vCoV è stata infatti resa disponibile sul sito della GeneBank, a cui possono accedere i ricercatori di tutto il mondo; secondo Rappuoli ciò significa che “adesso è teoricamente possibile fare tutto, come se si avesse il virus in laboratorio”.

Virus cinese, le tempistiche per un possibile vaccino

Grazie all’esperienza fatta con la Sars, comparsa nel 2002, gli scienziati oggi sanno che per mettere a punto un vaccino si deve partire da “uno dei geni che codificano le proteine di superficie del virus”, spiega Rappuoli. I vaccini possono poi essere realizzati basandosi su particelle simile a quelle virali ma non infettive, oppure utilizzando molecole di Rna. In ogni caso, “la tecnica per ottenerli è rapidissima, tanto che si possono fare in una settimana”. Al tempo di realizzazione va però aggiunto quello per avere le autorizzazioni nazionali e internazionali per la diffusione del vaccino. Quel che è certo è che disporre della sequenza genetica del coronavirus può rivelarsi prezioso sia per sviluppare rapide contromisure che per giungere a diagnosi più precise in grado di evidenziare “se il virus si sta espandendo nel mondo”. Per Rappuoli, però, è innanzitutto necessario comprendere “se contro il virus sono efficaci farmaci già esistenti: questa è la prima cosa da fare”.