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Influenza, ogni anno causa l’ospedalizzazione di 270.000 neonati in tutto il mondo

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Agenzia Fotogramma)

Lo ricordano gli esperti dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid). La malattia rappresenta la principale causa di ospedalizzazione nei primissimi mesi di vita 

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In occasione dell’inizio della campagna di vaccinazione antinfluenzale, l’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) ricorda che ogni anno l’influenza causa nel mondo il ricovero in ospedale di 270.000 neonati di età inferiore ai sei mesi. L’unica ‘arma’ per proteggere i bambini che ancora non possono essere vaccinati e prevenire i seri rischi associati all’infezione è l’immunizzazione in gravidanza. Gli esperti sottolineano che una donna in dolce attesa colpita dall’influenza corre un rischio tre volte maggiore di contrarre una grave infezione respiratoria, come la bronchite o la polmonite virale, e ha una possibilità di ospedalizzazione piuttosto elevata. La malattia può anche mettere a rischio lo sviluppo del feto, incrementando tra le 2 e le 4 volte le probabilità di morte fetale e parto prematuro e di 1,8 il rischio di basso peso alla nascita.

L’importanza del vaccino antiinfluenzale per le donne in gravidanza

Come spiega Susanna Esposito, docente di Pediatria all’Università e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, la gravidanza comporta un adattamento del sistema immunitario e dell’apparato cardio-respiratorio della futura mamma che la rende maggiormente esposta al rischio di andare incontro a complicanze in caso di infezioni. Fino al 2018 in Italia il vaccino antinfluenzale era raccomandato solo nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza, ma da quest’anno la somministrazione è prevista anche nei primi tre mesi di gravidanza. “Si tratta di una svolta importante che ha l’obiettivo di garantire la massima protezione possibile per la mamma e il nascituro”, spiega Esposito. L’importanza di questo cambiamento è stata sottolineata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). “I dati relativi all’utilizzo dei vaccini influenzali inattivati dimostrano l’assoluta assenza di eventi avversi sul feto e sulla madre. Fare una corretta informazione permette di abbattere quelle false credenze che comportano inutili allarmismi, mettendo a rischio la salute delle persone”, conclude la professoressa.