La differenza nella perdita della funzione polmonare tra chi fuma poco ogni giorno rispetto a chi fuma due pacchetti è relativamente marginale. A dirlo sono i ricercatori della Columbia University
Chi pensa che fumare poco non causi danni all’organismo, deve ricredersi. Almeno stando allo studio condotto dai ricercatori del Vagelos College of Physicians and Surgeons che fa parte della Columbia University, di stanza a New York. Secondo la ricerca portata a termine e pubblicata sulla rivista ‘The Lancet Respiratory Medicine’ anche le persone che fumano meno di cinque sigarette al giorno possono causare danni a lungo termine ai propri polmoni.
Nel mirino la funzione polmonare
"Molte persone presumono che fumare poche sigarette al giorno non faccia poi così male", ha detto Elizabeth Oelsner, tra i principali autori dello studio. "Ma abbiamo scoperto che la differenza nella perdita della funzione polmonare tra chi fuma cinque sigarette al giorno rispetto a chi ne fuma due pacchetti è relativamente marginale". I ricercatori, infatti, hanno posto la loro attenzione in particolare sulla funzione polmonare dei fumatori, ovvero la quantità di aria che una persona può respirare ed espirare, facendo il confronto tra fumatori, ex-fumatori e non fumatori. Il dato più evidente, dicono gli specialisti, è che la funzione polmonare diminuisce naturalmente con l'età (a partire dai 20 anni) e che il fumo accelera tale declino.
Differenze tra fumatori
L’elevato numero di persone monitorate nello studio, più di 25mila, ha permesso al team di lavoro di sottolineare le differenze nella funzione polmonare tra i fumatori con meno di 5 sigarette al giorno) e i fumatori pesanti che ne consumano oltre 30, fattore questo che altri studi non sono stati in grado di rilevare. L’analisi condotta dai ricercatori americani ha stabilito che la funzione polmonare nei fumatori ‘leggeri’ diminuisce ad un ritmo molto più vicino a quello dei fumatori ‘pesanti’ rispetto ai non fumatori. Ciò significa che anche chi fuma meno di 5 sigarette al giorno potrebbe perdere circa la stessa quantità di funzionalità polmonare in un anno rispetto a quello che un fumatore ‘pesante’ potrebbe perdere in meno tempo, cioè nove mesi.
I rischi delle malattie polmonari
"Fumare alcune sigarette al giorno è molto più rischioso di quanto molti pensino", continua la Oelsner. "Tutti dovrebbero essere fortemente incoraggiati a smettere di fumare, indipendentemente dal numero di sigarette al giorno che usano", ci tiene a precisare l’esperta. L'effetto del fumo sulla funzione polmonare, infatti, spiega perché i fumatori hanno maggiori probabilità di sviluppare una malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO), che viene diagnosticata quando la funzione polmonare diminuisce sotto una certa soglia. I fumatori ‘leggeri’ possono avere un rischio maggiore di sviluppare BPCO di quanto la maggior parte degli studi realizzati finora abbiano detto, è il pensiero della ricercatrice. Anche la maggior parte dei lavori scientifici sulla BPCO ha esaminato solo i fumatori ‘pesanti’.
Polmoni a posto solo 30 anni dopo aver smesso
Il team americano ha anche testato un'ipotesi, basata su uno studio di 40 anni fa, secondo cui il tasso di declino della capacità polmonare si normalizzerebbe entro pochi anni dopo aver smesso di fumare. In realtà questo studio mostra che sebbene la capacità polmonare diminuisca con un tasso molto più basso negli ex fumatori rispetto ai fumatori attuali, il tasso non si normalizza raggiungendo lo zero per almeno 30 anni. "Ciò è coerente con molti studi biologici", afferma la Oelsner. "Ci sono differenze anatomiche nel polmone che persistono per anni dopo che i fumatori hanno smesso e anche l'attività genica rimane alterata".