Metodo Wim Hof: rischi e vantaggi della terapia del freddo

Salute e Benessere

Chiara Piotto

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Tra docce gelate e camminate sotto lo zero, il metodo inventato dall'olandese soprannominato "Iceman" si sta diffondendo anche in Italia. Ecco di cosa si tratta

Lo chiamano “il metodo dell’uomo di ghiaccio” ed è sempre più popolare, anche in Italia. Permette, dopo alcune settimane di allenamento, di camminare a torso nudo nella neve e fare il bagno in laghi ghiacciati senza soffrire. La disciplina parte dall’esperienza di Wim Hof, “l’uomo di ghiaccio”, come è noto l’olandese detentore di alcuni record mondiali per la sua resistenza prolungata all'esposizione a temperature sotto lo zero. Seguita da atleti e non, mira al benessere psico-fisico migliorando prestazioni sportive, gestione dello stress e controllo della concentrazione. A promuoverlo sono anche sportivi professionisti, come la campionessa d’apnea Alice Modolo, ma “l’universalità” dei benefici su mente e corpo è ancora da provare scientificamente.

Come ci si allena a sopportare il freddo

Esercizi di respirazione, docce fredde, stretching e meditazione sono i pilastri del metodo e i primi passi che deve compiere chi vuole imparare la tecnica. A raccontarcelo è Leonardo Pelagotti, giovane ingegnere energetico e primo istruttore italiano del metodo Wim Hof. “I miei primi bagni di neve sono arrivati qualche settimana dopo l’inizio dell’allenamento, circa tre anni fa”, racconta. “Allora il metodo era poco conosciuto e chi voleva imparare doveva seguire gli esercizi online o partecipare ai pochi workshop organizzati. Oggi la comunità mondiale conta più di 300mila praticanti. In Italia i numeri sono ancora limitati, ma in Francia il metodo viene utilizzato già dalle nazionali di sci e di rugby”. Lo stesso Leonardo nei prossimi mesi andrà a Roma per addestrare un gruppo di incursori, corpi militari speciali.

Il bagno in un lago ghiacciato

Studi scientifici sul metodo Wim Hof

Sono stati condotti diversi studi per verificare i risultati del metodo su una platea differenziata di individui. Lo studio più recente, nel 2018, ha analizzato i parametri vitali del recordman olandese concludendo che la disciplina permette a Hof di esercitare un maggiore controllo sulla propria reazione al freddo. Quattro anni prima una ricerca aveva analizzato le risposte del sistema immunitario di un gruppo di persone che avevano seguito il metodo, con risultati positivi. Alcuni studi hanno dimostrato come l’esposizione a temperature molto basse possa portare benefici alla salute o la meditazione possa abbassare i livelli di ansia e depressione.  

In attesa di ulteriori conferme scientifiche, però, chi inizia il percorso non può certo improvvisare. La prova della neve è concessa solo a chi segue un allenamento specifico, perché di uomo di ghiaccio – al momento – ne esiste soltanto uno. E l’ipotermia è un rischio che non richiede prove per essere dimostrato.

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